Ecco alcuni consigli che arrivano per incentivare uso moneta elettronica e disincentivare il contante: la tassa sui contanti 2020 è proposta direttamente da Confindustria.
Tassa sui contanti 2020, Confindustria lancia la sua proposta. Con indicazioni volte a incentivare l’uso della moneta elettronica e penalizzare quello del contante. In modo da combattere ad ampio raggio l’evasione fiscale e l’economia sommersa.
Questo perchè l’evasione fiscale secondo il Centro Studi, oltre a sottrarre gettito, determina anche una distorsione dei normali meccanismi di mercato perché rende meno competitive le imprese che pagano quanto dovuto.
Inoltre, la diffusione dell’economia sommersa riduce la propensione a investire in innovazione e in capitale umano, diminuendo gradualmente la competitività dell’intero sistema-Paese.
Vediamo nei dettagli qual è la proposta, che segue le iniziative per il limite al pagamento e agli stipendi versati in contanti.
Tassa sui contanti 2020, Confindustria propone soluzioni
L’Italia è uno dei paesi dove meno diffuso è l’utilizzo di carte di pagamento: rispetto a una media europea superiore a 100 transazioni pro-capite annue, in Italia ne vengono effettuate meno della metà. Ciò ha un impatto sia sui costi di gestione del contante, sia sulla maggiore diffusione dell’evasione fiscale.
Infatti, il contante è semplice da usare e difficile da tracciare e questo facilita l’occultamento di parte del reddito prodotto.
Per questo, il pacchetto di misure si sostanzia in un meccanismo che sia in grado di incentivare l’utilizzo della moneta elettronica e disincentivare l’uso del contante.
La proposta si articola su due interventi:
- garantire un credito di imposta del 2 per cento al cliente che effettua i pagamenti mediante transazioni elettroniche (incentivo all’uso della moneta elettronica);
- introdurre una commissione in percentuale dei prelievi da ATM o sportello eccedenti una certa soglia mensile (disincentivo allʼuso del contante).
Incentivi per la moneta elettronica
Per quanto riguarda l’incentivo all’uso della moneta elettronica, si propone di praticare un credito di imposta del 2 per cento al cliente che paga mediante carta di pagamento (carte di credito, debito e prepagate nominative) o bonifico bancario.
Il consumatore paga il prezzo pieno ma accumula un reddito che verrà contabilizzato e comunicato dalla banca di appoggio della carta di pagamento.
Il perimetro dell’iniziativa esclude le carte non nominative in quanto non associabili ad alcun codice fiscale.
Disincentivo all’utilizzo del contante
In merito al secondo intervento, vale a dire la commissione sui prelievi di contante, al fine di reperire in modo immediato una copertura adeguata, si propone di introdurre una commissione in percentuale dei prelievi da ATM o sportello eccedenti una certa soglia mensile (disincentivo).
L’idea è pertanto quella di istituire un sistema di penalizzazione per il ritiro del contante da ATM (bancomat) e presso gli sportelli bancari.
La misura è da intendersi come intervento antievasione e a copertura dello sconto sulle transazioni elettroniche.
A questo link potete leggere in dettaglio il documento completo redatto da Confindustria.