taglio-tassi-bce-mutui-2024La Banca Centrale Europea (BCE) ha finalmente dichiarato l’atteso taglio dei tassi d’interesse, che entrerà in vigore domani, il 12 giugno 2024: ecco cosa cambierà per i mutui adesso.


Si tratta di una mossa che era già stata anticipata dal mercato immobiliare: l’Euribor a un mese è sceso dal 3,85% del 6 maggio al 3,68% rilevato il 5 giugno.

Questa decisione conclude un periodo di due anni di politica monetaria restrittiva volta a contenere l’inflazione, che aveva visto i prezzi crescere fino al 17%. Anche se l’inflazione non è calata uniformemente in tutti i Paesi dell’Eurozona, gli effetti delle misure adottate si sono fatti sentire. In Italia, dove l’aumento dei prezzi era stato più rapido, l’inflazione è ora sotto l’1%, mentre nell’Eurozona la media rimane superiore all’obiettivo del 2%.

Scopriamo dunque come tutto questo andrà ad impattare sulle rate dei nostri mutui.

I mutui per la casa

I mutui per la casa rappresentano uno strumento finanziario fondamentale per coloro che desiderano acquistare una casa e non dispongono dell’intero importo necessario. In breve, un mutuo è un prestito garantito dal valore della casa stessa. Esistono diversi tipi di mutui, tra cui quelli a tasso fisso e quelli a tasso variabile. I mutui a tasso variabile sono caratterizzati da un tasso di interesse che può variare nel tempo in base a determinati parametri stabiliti nel contratto. Uno dei principali indicatori utilizzati per regolare il tassi dei mutui a tasso variabile è l’Euribor.

  • Mutui a tasso fisso
    • Nei mutui a tasso fisso, il tasso di interesse rimane costante per l’intero periodo del prestito. Ciò significa che i mutuatari pagano la stessa rata mensile per l’intera durata del mutuo, indipendentemente da eventuali fluttuazioni dei tassi di interesse di mercato. Questa stabilità è particolarmente apprezzata dai mutuatari che desiderano avere un certo grado di certezza e prevedibilità nei pagamenti mensili, poiché consente di pianificare il bilancio familiare con maggiore precisione.
    • Tuttavia, i mutui a tasso fisso possono comportare tassi di interesse iniziali più alti rispetto a quelli a tasso variabile. Questo perché le banche devono coprire il rischio di fluttuazioni future dei tassi di interesse. Pertanto, se i tassi di mercato diminuiscono dopo che un mutuo a tasso fisso è stato stipulato, i mutuatari potrebbero perdere l’opportunità di beneficiare di tassi più bassi.
    • Nonostante ciò, i mutui a tasso fisso offrono stabilità e protezione contro eventuali aumenti dei tassi di interesse nel corso del tempo. Questa opzione è popolare tra coloro che preferiscono avere una rata fissa e prevedibile per tutta la durata del mutuo.
  • Mutui a tasso variabile
    • Nei mutui a tasso variabile, il tasso di interesse può fluttuare nel tempo in base a determinati indicatori, come l’Euribor o il tasso interbancario ufficiale di riferimento (IBOR), oltre allo spread aggiunto dalla banca.
    • Questo tipo di mutuo offre una maggiore flessibilità rispetto a quelli a tasso fisso e può essere particolarmente vantaggioso quando i tassi di interesse di mercato sono bassi o in diminuzione. Quando i tassi scendono, i mutuatari possono beneficiare di pagamenti mensili inferiori senza dover rinegoziare il mutuo.
    • Tuttavia, i mutui a tasso variabile comportano il rischio di aumenti dei tassi di interesse nel tempo. Se i tassi di mercato aumentano, i mutuatari possono vedere aumentare le loro rate mensili di rimborso, il che potrebbe influire sul bilancio familiare e sulla capacità di far fronte ai pagamenti.
    • È importante notare che i mutui a tasso variabile spesso offrono tassi di interesse iniziali più bassi rispetto ai mutui a tasso fisso, il che li rende attraenti per coloro che cercano di minimizzare i costi iniziali.

L’indice Euribor

L’Euribor, acronimo di Euro Interbank Offered Rate, è un tasso di interesse di riferimento che viene stabilito giornalmente e utilizzato come base per fissare i tassi di interesse per una vasta gamma di prodotti finanziari in euro, tra cui appunto i mutui. L’Euribor è determinato dalle medie dei tassi di interesse applicati dalle principali banche europee nell’offrire prestiti non garantiti ad altre banche nella zona euro. Esso è diviso in diverse scadenze, come ad esempio l’Euribor a tre mesi, a sei mesi, o un anno, a seconda del periodo di tempo di riferimento.

Quando si opta per un mutuo a tasso variabile, il tasso di interesse del mutuo sarà solitamente espresso come “Euribor + spread”. Il tasso Euribor funge da base e il “spread” rappresenta il margine aggiunto dalla banca. Poiché l’Euribor può variare nel tempo a seconda delle condizioni di mercato e delle politiche economiche, i mutui a tasso variabile possono offrire flessibilità ma anche incertezza per i mutuatari, poiché i loro pagamenti mensili possono aumentare o diminuire in base alle variazioni dell’Euribor. Questa caratteristica rende i mutui a tasso variabile particolarmente sensibili agli eventi economici e alle decisioni delle banche centrali.

L’impatto del taglio dei tassi della BCE sui mutui per il 2024

Il taglio dei tassi messo a segno dalla BCE avrà un impatto significativo sui mutui a tasso variabile, che sono indicizzati all’Euribor. Secondo Facile.it, se il taglio dei tassi sarà di 25 punti base, i mutui a tasso variabile medi potrebbero vedere una riduzione della rata mensile di circa 18 euro. Negli ultimi due anni, chi ha sottoscritto un mutuo medio di 126.000 euro in 25 anni (con un rapporto loan-to-value del 70%) ha visto la rata aumentare di oltre il 60%. Per osservare un calo sostanziale, sarà necessario attendere ancora.

Le previsioni sui Futures sugli Euribor indicano che la rata media, che a maggio 2024 era di 747 euro, potrebbe scendere complessivamente di circa 37 euro entro la fine dell’anno e di 55 euro entro giugno 2025, portandola a 692 euro tra dodici mesi.

Anche il Codacons ha eseguito simulazioni per stimare la riduzione delle rate dei mutui a tasso variabile:

  • Per un mutuo di 100.000 euro a 20 anni, il risparmio mensile sarà di 13 euro, per un totale di 156 euro all’anno.
  • Per un mutuo di 200.000 euro a 20 anni, la rata mensile calerà di circa 27 euro, con una riduzione annuale di 324 euro.
  • Per un mutuo di 100.000 euro a 30 anni, il taglio dei tassi dello 0,25% comporterà un risparmio medio di 15 euro al mese, pari a 180 euro all’anno.
  • Per un mutuo di 200.000 euro a 30 anni, il risparmio mensile sarà di 30 euro, ovvero 360 euro all’anno.
  • Per un mutuo di 125.000 euro a 25 anni, il risparmio sarà di circa 17 euro al mese, con un impatto di 204 euro su base annua.

Con l’arrivo del primo taglio dei tassi e altre riduzioni attese nel corso dell’anno, le banche stanno già adeguando i costi dei finanziamenti. L’Associazione Bancaria Italiana (Abi) ha rilevato che, ad aprile, il tasso medio sulle nuove operazioni di acquisto di case è sceso al 3,67%, rispetto al 3,79% di marzo e al 4,42% di fine anno scorso.

Gli effetti diretti positivi sui cittadini

L’abbassamento della rata del mutuo può avere diverse conseguenze positive per i cittadini. Ecco alcune delle principali:

  1. Aumento della liquidità disponibile:
    • Riducendo l’importo mensile da pagare per il mutuo, i cittadini hanno più soldi a disposizione per altre spese, risparmi o investimenti.
  2. Miglioramento della qualità della vita:
    • Con una rata più bassa, le famiglie possono destinare una parte maggiore del loro reddito a beni e servizi che migliorano il loro benessere quotidiano, come viaggi, attività ricreative, e miglioramenti della casa.
  3. Maggiore capacità di risparmio:
    • Una rata più bassa permette alle persone di risparmiare di più ogni mese, creando un fondo di emergenza o investendo per il futuro (ad esempio, nei fondi pensione o nell’istruzione dei figli).
  4. Riduzione dello stress finanziario:
    • Pagare una rata del mutuo più bassa può ridurre lo stress finanziario, migliorando la salute mentale e il benessere generale dei cittadini.
  5. Possibilità di estinguere il mutuo anticipatamente:
    • Con una rata più bassa, potrebbe essere più facile accumulare il denaro necessario per effettuare pagamenti aggiuntivi sul mutuo, riducendo così il debito complessivo e la durata del mutuo.
  6. Stimolo all’economia locale:
    • Con più soldi a disposizione, i cittadini possono spendere di più nei negozi locali, contribuendo a stimolare l’economia della loro comunità.
  7. Maggiore stabilità finanziaria:
    • Una rata del mutuo più gestibile rende meno probabili i ritardi nei pagamenti e i default, migliorando la stabilità finanziaria delle famiglie e riducendo il rischio di pignoramenti.
  8. Maggiore accessibilità a mutui e crediti futuri:
    • Una gestione efficace e tempestiva dei pagamenti del mutuo migliora il credito del mutuatario, rendendo più facile ottenere finanziamenti futuri a condizioni migliori.
  9. Possibilità di investimenti alternativi:
    • Con una rata più bassa, i cittadini possono considerare l’opportunità di investire in altri beni, come un secondo immobile, azioni, obbligazioni, o altre forme di investimento che possono generare reddito aggiuntivo.
  10. Maggiore flessibilità finanziaria:
    • Una rata più bassa consente alle famiglie di avere una maggiore flessibilità nel bilancio domestico, permettendo di affrontare in modo più agevole eventuali spese impreviste o emergenze.

In sintesi, l’abbassamento della rata del mutuo offre numerosi vantaggi che possono migliorare significativamente la stabilità finanziaria e la qualità della vita dei cittadini.

Scenari futuri

Questa evoluzione indica che il ciclo ribassista è già stato prezzato dai mercati finanziari, segnalando un periodo di tassi d’interesse più bassi che potrebbe offrire un respiro ai mutuatari e sostenere una ripresa più stabile dei mercati immobiliari e dell’economia in generale.

Vedremo se queste previsioni saranno rispettato entro la fine dell’anno oppure no: le tasche dei cittadini potrebbero ringraziare in caso di esito positivo.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it