Un recente studio elaborato dal CENSIS analizza gli effetti del Superbonus 110% per il periodo compreso tra agosto 2020 e ottobre 2022.
Il Rapporto «Ecobonus e superbonus per la transizione energetica del Paese» costituisce un contributo alla riflessione sull’insieme degli incentivi finalizzati a interventi di riqualificazione immobiliare.
Data la rilevanza degli obiettivi generali del pacchetto “ecobonus” e “superbonus” – oggi anche coerenti con la strategia di contenimento dell’emergenza provocata dal deciso innalzamento dei costi dell’energia e dall’incertezza dell’approvvigionamento delle fonti energetiche – l’attuazione degli interventi ha sviluppato un’ampia discussione:
- sulle modalità e sui meccanismi pensati e messi in campo per rendere efficace il pacchetto rispetto agli obiettivi
- e, nello stesso tempo, ha posto l’attenzione sulla sostenibilità finanziaria degli strumenti e sull’effettiva esecuzione e rendicontazione degli interventi.
Questi provvedimenti hanno come finalità:
- l’innalzamento del livello di efficienza energetica degli edifici
- il contenimento del rischio di danni agli immobili nelle zone esposte ad eventi sismici
- la facilitazione degli interventi di manutenzione
- il recupero della qualità abitativa nei centri urbani e in ambito extra urbano.
Superbonus 110%: gli effetti della misura analizzati dal CENSIS
Il Censis stima che i 55 miliardi di euro di investimenti certificati dall’Enea per il periodo compreso tra agosto 2020 e ottobre 2022 legati all’utilizzo del Super ecobonus hanno attivato un valore della produzione nella filiera delle costruzioni e dei servizi tecnici connessi pari a 79,7 miliardi di euro (effetto diretto), cui si sommano 36 miliardi di euro di produzione attivata in altri settori del sistema economico connesso alle componenti dell’indotto (effetto indiretto), per un totale di almeno 115 miliardi di euro.
Effetti fiscali
Si può stimare che una spesa così consistente abbia generato un gettito fiscale altrettanto rilevante.
Attivando il Super ecobonus una produzione consistente per via degli effetti moltiplicativi sul sistema economico, il gettito fiscale derivante da tale produzione aggiuntiva si stima possa ripagare circa il 70% della spesa a carico dello Stato per le opere di efficientamento sugli edifici.
Ciò significa che 100 euro di spesa per Super ecobonus costerebbero effettivamente allo Stato 30 euro, ridimensionando in questo modo il valore reale del disavanzo generato dall’incentivo.
Il Mef ha registrato tra gennaio e settembre 2022 un incremento del gettito dell’11% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ed è verosimile pensare che proprio il comparto edile abbia considerevolmente contribuito a questa dinamica espansiva delle entrate tributarie.
Effetti occupazionali
Nel 2021 il valore aggiunto delle costruzioni è aumentato del 21,3% rispetto all’anno precedente.
Nel Mezzogiorno la crescita è stata pari al 25,9% e nel Nord-Ovest al 22,8%. Più contenuta al Centro (16,3%) e nel Nord-Est (18,5%). Si stima che l’impatto occupazionale del Super ecobonus per l’intero periodo agosto 2020-ottobre 2022 sia stato pari a 900.000 unità di lavoro, tra dirette e indirette.
Particolarmente rilevante l’impatto del solo periodo compreso tra gennaio e ottobre 2022, in cui si stima che i lavori di efficientamento energetico degli edifici abbiano attivato 411.000 occupati diretti (nel settore edile, dei servizi tecnici e dell’indotto) e altre 225.000 unità indirette.
Effetti in termini di efficienza energetica e sostenibilità ambientale
È la stima dell’impatto del Super ecobonus in termini di risparmio energetico realizzabile il primo dei parametri di cui tenere conto per avviare un dibattito sull’efficacia di tale strumento.
L’incremento medio del valore immobiliare delle unità abitative che hanno beneficiato della riqualificazione energetica è stimato tra il 3% e il 5%, a seguito di un salto di classe energetica dell’immobile.
Il Censis stima che, sulla base dei dati disponibili, la spesa di 55 miliardi di euro generi un risparmio di 11.700 Gwh/anno, che corrispondono a 1,1 miliardi di metri cubi di gas, pari al 40% del risparmio energetico che il Piano emergenziale di riduzione dei consumi del settore domestico si prefigge di realizzare nell’autunno-inverno 2022-2023 (2,7 miliardi di metri cubi di gas).
Il testo completo del rapporto CENSIS
Potete consultare qui di seguito il documento completo.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it