Altro che “rivoluzione copernicana”: con questo testo le aziende rimarranno ferme ad aspettare la conversione in legge del Jobs Act, prima di procedere a qualunque assunzione, a meno che non abbiamo l’urgente necessità di nuovo personale. «I decreti attuativi sul Jobs Act – afferma Alessandro Bonzio, presidente Ancl Veneto, il sindacato dei consulenti del lavoro – sono stati scritti, e mi vien da dire volutamente, in modo indeterminato. Nessuno di noi consiglierebbe alle aziende di assumere ora, ma di aspettare ormai i sessanta giorni di conversione, dove auspichiamo più chiarezza nelle norme».
Dai testi dei decreti attuativi, infatti, sembra più chiaro come si licenzia, anche se il banco di prova sarà la giurisprudenza, che come si assume. Un solo esempio: non è ben determinato chi possa beneficiare degli sgravi fiscali, se chi viene assunto dal giorno dopo l’entrata in vigore della norma o chi viene stabilizzato. Del resto, dal dibattito politico in corso è chiaro che ci saranno delle modifiche. «Ora come ora – conclude Bonzio – abbiamo una norma politicamente dotata di una buona estetica, atta a recuperare voti, ma tecnicamente inapplicabile».
Non convincono le nuove misure varate dal Governo in materia di riforma dei licenziamenti e di nuove agevolazioni alle assunzioni. Che flessibilizzare i licenziamenti agevoli le assunzioni, è una idea del Governo in carica alla quale non crediamo. Peraltro, con le nuove previsioni di indennizzo in luogo del reintegro, vengono penalizzate le piccole e medie imprese, di cui è composta la maggior parte del tessuto produttivo del paese, rispetto alle grandi per le quali gli indennizzi indicati dal Dlgs non comporteranno problemi. Anzi, pagheranno l’indennizzo nella stessa misura di una piccola impresa, senza che il giudice abbia la facoltà di proporzionare il risarcimento economico anche in funzione della dimensione dell’impresa.
Quanto alle tutele crescenti, si creeranno per la stessa mansione due tipi di lavoratori: una nuova generazione che lavorerà al fianco di una “vecchia” generazione, pienamente tutelata.
Troppi anche i vincoli in ordine alla nuova agevolazione contributiva riservata alle nuove assunzioni, che rischiano di ridimensionare di non poco le aspettative occupazionali del Governo. Con una grave penalizzazione delle imprese del Sud, data la cancellazione della legge 407/90, che prevedeva agevolazioni nella forma dell’esonero contributivo totale, poiché si riconosceva a quei territori l’esigenza di essere sostenuti.
L’Ancl aveva già fatto presente al Governo le proprie proposte migliorative affinché la riforma potesse essere efficace ed effettiva. Proposte ampiamente sostenute e condivise non solo da colleghi ed operatori del settore, ma anche da interi settori produttivi. Evidentemente, il metodo dell’ascoltare tutti e poi decidere, non include nessuna virtù recettiva.
FONTE: ANCL – Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro