Negli stadi di tutta Europa, il sostegno alla Palestina sta creando tensioni: gli ultrà sono stati accusati di antisemitismo dopo i loro striscioni ma difendono la loro libertà di espressione.


Gli striscioni e le manifestazioni pro-Palestina espresse dai tifosi stanno generando divisioni non solo tra diversi gruppi ultras, ma anche all’interno delle stesse squadre. Le società, sia in Italia che nel resto d’Europa, si sono trovate a dover prendere posizione su queste espressioni di solidarietà, difendendo spesso le proprie scelte in risposta alle accuse. Un caso particolare ad esempio è stato quelle delle contestazioni prima della partita Italia-Israele dello scorso 14 ottobre a Udine.

Ma in risposta gli ultras difendono le loro scelte e la libertà di pensiero nell’appoggiare la causa palestinese, nonostante le stesse società calcistiche e la stessa FIGC spesso stigmatizzino queste prese di posizione.

Le manifestazioni di solidarietà al popolo palestinese dagli ultrà di tutta Europa

Secondo il Ministero della Salute di Gaza, la violenza del conflitto arabo-israeliano, che dall’ottobre 2023 a settembre 2024 ha causato più di 41.000 vittime tra i palestinesi, ha spinto molti gruppi ultras a prendere posizione. Scopriamo quali sono state le tifoserie che maggiormente si sono esposte.

Il Celtic Glasgow

In Europa, le manifestazioni di solidarietà si sono moltiplicate, come riportato dalla testata “Sportellate.it”. Il giorno stesso dell’attacco di Hamas agli insediamenti israeliani, il gruppo Green Brigade, noto per sostenere il Celtic, ha esposto striscioni inneggianti alla libertà palestinese durante una partita di Champions League contro l’Atletico Madrid.

Nonostante il carattere ormai noto del sostegno filo-palestinese di questo gruppo, la società del Celtic ha revocato l’abbonamento a circa 250 ultras per “comportamenti inaccettabili,” rivelando una spaccatura tra la squadra e i suoi stessi sostenitori. Il coinvolgimento dei tifosi del Celtic nella causa palestinese non è nuovo: hanno persino fondato una scuola calcio in un campo profughi in Cisgiordania, a dimostrazione del loro impegno.

La Real Sociedad

Le manifestazioni pro-Palestina sono apparse anche in altre città europee, come a San Sebastián, nei Paesi Baschi, dove i tifosi della Real Sociedad hanno inscenato una protesta entrando allo stadio in modo singolare.

Diversi supporter della squadra basca sono entrati con delle tute bianche insanguinate e bandiere della Palestina, a sostegno del popolo martoriato. Le immagini degli spalti hanno fatto il giro del mondo.

Queste sono state solo le manifestazioni di sostegno più eclatante, ma anche altre squadre europee come gli irlandesi del Bohemians o i turchi del Galatasaray hanno esposto striscioni per ricordare il massacro nella striscia di Gaza.

Anche in Italia striscioni a sostegno di Gaza

Anche le tifoserie italiane hanno dato il loro contributo. A Livorno, una città nota per l’impegno sociale dei suoi tifosi, un recente striscione affermava: “In guerra nessun civile dovrebbe morire, né per mano di un ‘terrorista’ né di un ‘esercito regolare’,” evidenziando la percezione diffusa che le definizioni spesso non riflettano la complessità del conflitto.

Tuttavia, non sono stati solo gruppi connotati politicamente a esporsi. Anche tifoserie tradizionalmente schierate a destra, come quella della Lazio, hanno espresso solidarietà alla Palestina. Nel 2023, i tifosi laziali hanno esposto uno striscione con la scritta “Palestina Libera!” prima di una partita contro l’Atalanta. Dall’altra parte di Roma, i tifosi della squadra giallorossa avevano già lanciato nel 2022 un chiaro messaggio di sostegno alla Palestina durante la festa per Paulo Dybala.

Infine anche i sostenitori del Lecce hanno espresso apertamente la propria posizione, con uno degli striscioni senz’altro più significativi. Durante una partita contro il Milan a novembre 2023, è comparso uno striscione che definiva gli eventi in Palestina come un “massacro di inermi,” condannando esplicitamente la violenza contro i civili. La manifestazione è avvenuta sugli spalti della curva nord, testimoniando la partecipazione di tifoserie diverse, unite da un comune senso di solidarietà.

Striscioni del Lecce pro Palestina: anche se accusati di antisemitismo gli ultrà rivendicano la loro libertà di pensiero.

Striscioni Pro Palestina allo stadio accusati di antisemitismo

Questo movimento di solidarietà pro-Palestina, che attraversa le tifoserie europee, mostra come il mondo del calcio sia diventato, per molti, uno spazio di espressione politica e sociale.

Queste manifestazioni di solidarietà verso la Palestina, spesso stigmatizzate come atti di antisemitismo, sollevano interrogativi fondamentali sulla libertà di espressione nel contesto sportivo e oltre. È fondamentale dunque riconoscere che il supporto per una causa politica o umanitaria non equivale necessariamente a promuovere odio o discriminazione. Molti tifosi vedono le loro espressioni come un modo per denunciare la violenza e le ingiustizie che colpiscono la popolazione palestinese, piuttosto che un attacco contro gli ebrei o lo Stato di Israele.

La sfida, dunque, risiede nel bilanciare la libertà di espressione con la responsabilità di non diffondere discorsi d’odio. È fondamentale che le società sportive, i tifosi e l’opinione pubblica lavorino insieme per garantire che il dialogo rimanga aperto e che le preoccupazioni legittime di solidarietà umana non vengano soffocate da accuse infondate.

La cultura calcistica, come riflesso della società, dovrebbe permettere il dibattito su questioni complesse come il conflitto israelo-palestinese, senza timore di censura o stigmatizzazione. Solo attraverso un confronto sincero e rispettoso si potrà aspirare a una maggiore comprensione e, auspicabilmente, a un futuro di pace e giustizia per tutti.