Internet è ormai uno strumento indispensabile nella nostra quotidianità: ripercorriamo la sua storia.
Oggi ci sono un miliardo di siti web sul World Wide Web e per leggerli tutti ci vorrebbero circa 30.000 anni di visualizzazioni totali al giorno.
Sarebbe impossibile ripercorrere la storia di Internet in questo articolo, ma per i nostri scopi è sufficiente partire da una semplice premessa: il progresso è stato graduale e continuo, in quanto le nuove tecnologie hanno migliorato quelle precedenti.
L’inizio di internet nei primi anni ’90
La prima rete di computer della storia è stata ARPANET, creata dalla DARPA (Defense Advanced Research Project Agency) negli anni ’70, come progetto di difesa statunitense dotato di un protocollo host-to-host e di un software di rete che consentiva ai vari computer collegati di comunicare tra loro e di utilizzare le pionieristiche applicazioni di posta elettronica.
La nascita del Web come lo intendiamo oggi è universalmente attribuita a Tim Berners-Lee, ricercatore del CERN di Ginevra, a cui si deve il concetto di WWW (World Wide Web), espresso attraverso tre tecnologie fondamentali: il linguaggio semi-strutturato HTML (HyperText Markup Language), l’URL o URI (Uniform Resource Identifier) e l’HTTP (HyperText Transfer Protocol).
Nel 1991, Tim Berners-Lee propose di costruire un sistema di gestione delle informazioni basato su collegamenti ipertestuali tra documenti, invece di memorizzarli tutti su un unico server. Questo nuovo approccio consentiva agli utenti di computer diversi di accedere ai dati indipendentemente dal luogo in cui si trovavano, senza richiedere alcun software specifico da parte loro.
All’inizio degli anni ’90 si sono diffuse le prime pagine web e i browser sviluppati per consentire agli utenti connessi a Internet di visualizzarle. La navigazione, oltre alla digitazione dell’URL del sito prescelto, era resa possibile dai collegamenti ipertestuali, che ancora oggi consentono di collegare tra loro più pagine web e di accedere a contenuti multimediali.
Nel 1993 c’erano più di 100 siti web su Internet (la maggior parte dei quali commerciali) e nel 1995 c’erano più di 1 milione di utenti in tutto il mondo che utilizzavano questa rete globale. Il primo browser, Mosaic (progettato dal National Center for Supercomputing Applications dell’Università dell’Illinois), fu rilasciato nel 1993 come programma open-source scaricabile gratuitamente dal suo sito web; divenne uno dei prodotti software più popolari mai rilasciati per personal computer. Altri browser seguirono rapidamente l’esempio, tra cui Netscape Navigator (1994) e Internet Explorer (1995).
L’aspetto di questi primi browser era simile: erano basati sul testo, con un layout semplice che mostrava collegamenti ipertestuali blu su sfondo nero. Non supportavano immagini o contenuti multimediali come clip audio o video, ma si affidavano al download da siti web esterni tramite FTP (File Transfer Protocol). Il primo browser
Il web 2.0 e i contenuti generati dagli utenti
Il Web 2.0 è un termine nato nel 2004 per indicare la seconda fase dello sviluppo di Internet, caratterizzata da una maggiore interattività e partecipazione degli utenti alla creazione di contenuti.
Il Web cominciava a essere interattivo. Da un uso puramente passivo del web, frutto di milioni di pagine web statiche, stava diventando possibile inserire dati a supporto di applicazioni create da altre persone. È stato così nel caso dei blog (sintesi dei web log), una sorta di diario personale in cui gli utenti possono ancora postare contenuti su uno o più argomenti, in grado di suscitare interesse in altre persone, che possono interagire attraverso i commenti ai post.
La proliferazione dei blog ha portato alla nascita di social network come MySpace e Facebook. Questo ha portato a una maggiore personalizzazione e condivisione di contenuti tra gli utenti attraverso i loro profili, aggiornamenti di stato, album fotografici e video. Con tutte queste nuove possibilità di comunicazione e condivisione, è diventato chiaro che gli utenti non avrebbero tollerato di essere semplicemente consumatori passivi di informazioni, ma avrebbero voluto partecipare attivamente a qualsiasi forma di comunicazione online.
Il web 3.0: scenari futuri
Come trattato ampiamente nel blog Tech4Future, Web 3.0 è un termine che racchiude una serie di tecnologie e concetti introdotti nell’ultimo decennio, progettati per migliorare le precedenti iterazioni di Internet e renderle più sicure, private e resistenti alla censura.
Il Web 3.0 non rappresenta affatto una novità. Tuttavia, la sua popolarità ha conosciuto una clamorosa rinascita nel corso del 2021, grazie al grande interesse suscitato dalle tecnologie blockchain, crypto, NFT e, più in generale, dall’immaginario di un Web decentralizzato che potrebbe rappresentare un’alternativa allo strapotere del Web 2.0 big tech.
Tale scenario va inteso soprattutto nella condizione di sottrarre il controllo e lo sfruttamento dei dati dalle mani di pochi centralizzatori, grazie a nuovi modelli di business che incentivino gli utenti a valorizzarli autonomamente, grazie a dinamiche economiche in grado di sfruttare le tecnologie decentralizzate.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it