stop-caccia-campania-tarIl TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) di Napoli ha deciso lo stop delle preaperture della stagione di caccia in Campania, accolto il ricorso delle associazioni ambientaliste.


Il 19 luglio la Regione Campania, con la delibera di Giunta n. 434, aveva infattipredisposto il calendario venatorio per la stagione 2023/2024. Tra le varie disposizioni era stata prevista l’apertura anticipata per alcune specie di uccelli.

Nello specifico, secondo le intenzioni della Regione, merlo e ghiandaia potevano essere cacciati il 3, il 9 e il 10 settembre mentre la tortora selvatica il 3 e 10 settembre e a partire dal 17 settembre.

Adesso invece arriva il blocco di queste attività.

Stop alla pre-apertura della caccia in Campania: questa la decisione del TAR di Napoli

Dopo il ricorso delle associazioni ambientaliste il Tribunale Amministrativo Regionale di Napoli frena sulle aperture anticipate per la caccia a merlo, ghiandaia e tortora selvatica richiamando la necessità di rispettare la nuova normativa sugli incendi boschivi.

In modo particolare il richiamo del Presidente della Terza Sezione del TAR della Campania riguarda la necessità di indicare nei calendari venatori le mappe aggiornate delle aree attraversate da incendi boschivi nelle quali è vietato lo svolgimento della caccia per dieci anni in applicazione della recente modifica della legge quadro sugli incendi.

I cacciatori inoltre, per individuare le aree in cui si consente l’attività nelle aree non interessate da incendi negli ultimi dieci anni, dovranno fare riferimento esclusivamente al portale degli incendi boschivi gestito dai Carabinieri anziché rivolgersi ai Comuni, non essendo aggiornata la cartografia.

Il commento delle associazioni

Soddisfazione da parte dei ricorrenti, che ricordano che la fauna selvatica non si deve assoggettare ai capricci della lobby venatoria.

Commentano così le associazioni Enpa, Lipu, LNDC Animal Protection e WWF:

Siamo molto soddisfatti di questo primo importante risultato e nel contempo, da cittadini, esprimiamo amarezza nel dover essere costretti continuamente ad arrivare fino alle aule giudiziarie per difendere la biodiversità che rappresenta un patrimonio di tutti, in continuo in pericolo a causa di chi ha la responsabilità istituzionale di tutelare i beni comuni, troppo spesso considerati nient’altro che merce di scambio elettorale.

La fauna selvatica risulta sempre un problema da risolvere o un passatempo per tenere buoni i cacciatori nonostante la Commissione Europea sia arrivata ad aprire una procedura PILOT a carico dell’Italia proprio per le continue violazioni della normativa a tutela degli uccelli selvatici.

Fortunatamente stiamo assistendo ora sempre di più a una maggiore attenzione a questi temi da parte della società civile”.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it