Dopo le recenti affermazioni di Piero Fassino, la questione è diventata di pubblico interesse: ecco qual è lo stipendio di un parlamentare.
La questione degli stipendi dei parlamentari è sempre stato un punto dolente, che ha creato non poche polemiche.
Recentemente, c’è stato un aumento di stipendio per i capigruppo della Camera (aumento che, poi, è stato rifiutato da alcuni di loro).
Inoltre, lo scorso 2 agosto, il deputato del Partito Democratico, Piero Fassino, ha sventolato alla Camera la sua busta paga da 4718 euro netti, sostenendo che fosse “una buona indennità, ma non uno stipendio d’oro”.
Ma la verità è che, fra indennità e rimborsi, lo stipendio di un parlamentare è molto più alto. Vediamo da cosa è composto.
Stipendio parlamentare: quante indennità e rimborsi ci sono?
Per garantire l’indipendenza, tutti gli ordinamenti democratici offrono ai parlamentari un trattamento economico adeguato.
Secondo la legge (più precisamente l’art.69 della Costituzione): “i membri del Parlamento ricevono un’indennità stabilità dalla legge”.
Ecco da cosa è composto lo stipendio dei parlamentari.
Indennità dei senatori
L’importo lordo dell’indennità dei senatori della Repubblica italiana è pari a 10’385,31 euro (che si riducono a 10’064,77 euro per i senatori che svolgono un’attività lavorativa).
A quest’importo, vanno tolte le ritenute fiscali e i contributi obbligatori per il trattamento previdenziale, per l’assegno di fine mandato e per l’assistenza sanitaria. Perciò, l’indennità viene “ridotta” a 5304,89 euro (5122,19 euro per chi svolge anche un’attività lavorativa).
A questa cifra, vengono sottratte le addizionali regionali e comunali Irpef, che variano a seconda del domicilio fiscale.
Perciò, più o meno, l’indennità dei senatori al mese si aggira intorno ai cinquemila euro.
Diaria
Secondo la legge, per i parlamentari è prevista una diaria, a titolo di rimborso, per le spese di soggiorno.
La cifra è aggiornata in base all’aumento del costo della vita: ad esempio, dal 2001 al 2010 era di 4003 euro al mese, mentre dal primo gennaio 2011 è scesa a 3500 euro.
Sono previste decurtazioni per ogni giornata di assenza dai lavori parlamentari. In particolare, viene penalizzata l’assenza durante le sedute delle Commissioni e delle Giunte, in cui si svolgono le votazioni. Il taglio si applica se il parlamentare non partecipa ad almeno il 30% delle votazioni effettuate durante la giornata.
Si parla di una decurtazione di 225 euro per ogni giornata di assenza in Assemblea e fino a 500 euro mensili, in base alla percentuale delle assenze.
Forfait per spese telefoniche e di viaggio
Nello stipendio del parlamentare, bisogna aggiungere anche un rimborso forfettario per le spese telefoniche e di viaggio.
Dal 1° gennaio 2011, i senatori ricevono un rimborso mensile di 1650 euro.
Inoltre, i senatori, durante l’esercizio del mandato, sono in possesso di tessere strettamente personali per i trasferimenti sul territorio nazionale: viaggi aerei, ferroviari, marittimi e circolazione sulla rete autostradale.
Rimborso spese esercizio di mandato
Il rimborso delle spese per l’esercizio del mandato ha sostituito, da marzo 2012, il contributo per il supporto dell’attività dei senatori, che era un rimborso spese forfettario.
L’importo è rimasto il medesimo: una quota mensile di 2090 euro sottoposta a rendicontazione quadrimestrale e una quota di 2090 euro mensili erogata forfettariamente.
Come ricordato dal Senato, nell’esercizio del mandato sono inclusi, non solo gli atti e gli adempimenti direttamente collegati alle funzioni svolte in Senato e nella circoscrizione elettorale, ma anche tutte le iniziative politiche, sociali e culturali che il senato svolge, come rappresentate della Nazione.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it