stipendi più bassi italiaSecondo un recente report, tra il 2019 e il 2021, gli stipendi sono diventati più bassi in Italia: ecco una panoramica della situazione.


Stipendi più bassi in Italia: se il costo della vita sale, non è lo stesso per le buste paga, che diventano sempre più leggere.

A dirlo è il report stilato dal Centro Studi Tagliacarne, che ha preso in esame il periodo tra il 2019 e il 2021, mostrando anche un grosso dislivello fra le varie regioni.

Ecco nel dettaglio.

Stipendi più bassi in Italia: cosa dice il report

Secondo le elaborazioni provinciali del Centro Studi Tagliacarne, tra il 2019 e il 2021 le buste paga sono diventate più leggere in 22 province italiane su 107.

Sempre secondo il report, nelle 22 province indicate, un lavoratore dipendente ha perso, in media nel triennio, circa 312 euro, a fronte di una crescita nazionale di circa 301 euro (circa +2,5% tra il 2019 e il 2021).

Le province in questione sono: Firenze, Prato, Aosta, Biella, Venezia, Vercelli, Arezzo, Lecco, Fermo, Rimini, Como, Varese, Gorizia, Napoli, Catania, Ferrara, Messina, Verbano-Cusio-Ossola, Lodi, Taranto, Sondrio e L’Aquila.

Stipendi più bassi in Italia: la grande differenza fra le Regioni

Il report ha anche evidenziato un forte dislivello fra le regioni.
Tra le regioni con salari più bassi troviamo Venezia, Firenze e Prato. Mentre le buste paga più ricche sono a Milano (+1908 euro), Parma (+1425 euro) e Savona (+1282 euro).

I dipendenti di Milano sono quelli più pagati, ovvero sono quelli col reddito da lavoro dipendente pro capite più alto in Italia, con uno stipendio medio di 30’464 euro nel 2021, due volte e mezzo in più della media nazionale, che si attesta a 12’473 euro.

Come detto dal dg Gaetano Fausto Esposito:

“La geografia delle retribuzioni è diversificata territorialmente e sotto vari aspetti non rispetta la tradizionale dicotomia Nord-Sud. Confrontando la graduatoria del Pil pro capite (che misura la produzione della ricchezza) con quella delle retribuzioni, vediamo che nel primo caso tutte le ultime 30 posizioni sono appannaggio di province meridionali, mentre in quella delle retribuzioni troviamo 10 province del Centro-Nord, il che induce a riflettere sulle politiche dei redditi a livello locale”.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it