sterlina-timori-brexitChi in questi giorni sta investendo sulla sterlina con il proprio broker forex di riferimento se ne sarà già accorto: la valuta britannica ha consolidato il suo ben poco invidiabile status di valuta “peggiore” in termini di prestazione nei confronti del dollaro nel corso dell’ultimo mese, a causa della crescente ansia sul fatto che la Gran Bretagna lascerà l’UE il prossimo anno senza un accordo.


 

 

 

La valuta del Regno Unito è così scesa al livello più basso degli ultimi 11 mesi, poco dopo che il segretario al commercio britannico Liam Fox ha avvertito che c’era una possibilità del 60 per cento che l’UK possa lasciare l’UE a marzo senza un accordo.

 

 

La debolezza per la sterlina è peraltro arrivata pochi giorni dopo che la Banca d’Inghilterra aveva alzato i tassi di interesse di riferimento per la seconda volta dallo scoppio della crisi finanziaria, con una mossa ampiamente attesa che non ha dato però l’auspicato impulso alla moneta. La sterlina è scesa del 2,5% rispetto al dollaro nell’ultimo mese e si è indebolita dell’1% rispetto all’euro.

 

 

Gli analisti di Goldman Sachs hanno affermato che, con l’aumento dei tassi d’interesse della BoE, “i mercati possono ora rivolgere la loro attenzione al processo Brexit, che probabilmente dominerà le tendenze in GBP per il resto dell’anno”. Mark Carney, il governatore della BoE, ha ammonito venerdì scorso che il rischio che il Regno Unito esca improvvisamente dal blocco commerciale dell’UE 27 a fine marzo, quando il periodo di negoziazione di due anni avrà termine, è “spiacevolmente alto”.

 

 

Gli analisti hanno poi affermato che parte della debolezza della sterlina riflette la continua forza del dollaro, ma il grado in cui il rischio politico sta modellando le sorti della valuta viene visto negativamente a livello complessivo, dal momento che i trader, gli analisti e gli investitori istituzionali si preoccupano che le posizioni di entrambe le parti nei negoziati di uscita stiano diventando più aspre in vista della scadenza del 29 marzo.

 

 

Ad ogni modo, anche al fine di spegnere i fuochi del panico, Downing Street ha preso le distanze dalle osservazioni di Fox. “Continuiamo a credere che un accordo sia il risultato più probabile”, ha affermato il portavoce di Theresa May. “Non solo è nel migliore interesse del Regno Unito, ma anche dell’UE e dei suoi 27 stati membri” – ha poi aggiunto.

 

 

Per quanto concerne i principali analisti, ING ha ieri previsto che la sterlina scenderà a $ 1,27- $ 1,28 riflettendo così i picchi dei rischi sul No Deal, mentre gli analisti di Goldman Sachs prevedono una crescita della volatilità della sterlina nei prossimi mesi.

I dati di posizionamento hanno sostanzialmente mostrato un aumento del numero di previsioni di calo della valuta, con una tendenza sempre più forte anche nel periodo precedente alla riunione della politica della BoE della scorsa settimana.

 

 

Insomma, per la sterlina potrebbero aprirsi le porte per un’evoluzione calante delle proprie quotazioni. Varrà forse la pena entrare short sulla valuta britannica?