A sostenere che una stazione appaltante non può decidere arbitrariamente i tempi di pagamento delle fatture è un recente parere emanato dall’Autorità Nazionale Anticorruzione.
Nel contesto degli appalti di servizi, sorge spesso il dibattito su eventuali deroghe alla normativa vigente in merito ai termini di pagamento delle fatture. In Italia, una delle principali normative in materia è rappresentata dal decreto legislativo n. 231 del 9 ottobre 2002, che disciplina i termini di pagamento delle fatture e prevede sanzioni per il ritardo nei pagamenti, dove vengono applicati automaticamente gli interessi di mora applicati e stabiliti dalla BCE, che si aggirano intorno all’8% come stabilito dallo stesso decreto.
Secondo questa normativa, nel settore pubblico, i pagamenti devono essere infatti effettuati entro un certo periodo di tempo dalla data di ricevimento della fattura.
In base a questo principio è importante comprendere che le stazioni appaltanti non possono arbitrariamente modificare tali termini di pagamento, come recentemente confermato dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) nel suo Parere di funzione consultiva n.4 del 2024.
La stazione appaltante non ha potere sui tempi di pagamento delle fatture
L’Anac ha chiarito che qualsiasi tentativo di allontanarsi dai termini di pagamento stabiliti dalla legge è inammissibile, poiché tali termini sono considerati imperativi e non soggetti a deroghe arbitrarie. In particolare, l’Autorità ha sottolineato che anche se una stazione appaltante specifica un periodo di pagamento di centoventi giorni anziché trenta, tale indicazione deve essere interpretata alla luce dei trenta giorni previsti dalla normativa vigente, come stabilito dall’articolo 113-bis del d.lgs. n. 50/2016.
Questa interpretazione dell’Anac si basa sul concetto di eterointegrazione, il quale sottolinea che la normativa di gara può essere integrata dalla normativa di riferimento, garantendo così il rispetto dei termini di pagamento imposti dalla legge. In altre parole, anche se un contratto di appalto di servizi indica un periodo di pagamento più lungo, questo deve essere reinterpretato in conformità con i termini di pagamento previsti dalla legge.
È fondamentale notare che qualsiasi clausola contrattuale che violi tali disposizioni è considerata nulla, poiché la legge prevede che i termini di pagamento siano immutabili e non soggetti a modifiche unilaterali da parte della stazione appaltante. Pertanto, le stazioni appaltanti devono rispettare scrupolosamente i termini di pagamento stabiliti dalla normativa vigente al fine di garantire un ambiente di gara equo e trasparente per tutte le parti coinvolte.
Infine, l’Autorità ha richiamato l’attenzione delle stazioni appaltanti affinché redigano la documentazione di gara in modo accurato e in linea con gli indirizzi interpretativi forniti. Questo perché la normativa mira a prevenire eventuali vantaggi ingiusti a danno delle imprese, garantendo un equo trattamento a tutti i partecipanti agli appalti di servizi.
Il testo del parere Anac
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it