Smart working primo luglioVediamo quale sarà il destino dello smart working dal primo luglio: ecco tutti i dettagli.


Smart working primo luglio: come sappiamo, dal prossimo 30 giugno, scadrà il diritto allo smart working per i lavoratori fragili e i dipendenti con figli under 14 e non è stata ancora annunciata alcuna proroga.

Secondo l’Osservatorio per lo smart working del Politecnico di Milano, i lavoratori da remoto oggi sono circa 3,6 milioni.

Cosa succederà, quindi, nei prossimi mesi? Vediamolo insieme.

Smart working primo luglio: cosa succederà ai lavoratori?

Il prossimo primo luglio scadrà il diritto allo smart working per i lavoratori fragili, sia nel lavoro privato che in quello pubblico e per i genitori con figli under 14, solo nel privato.

Lo smart working è entrato nella vita dei lavoratori durante la pandemia di Covid-19, per poter mantenere una continuità nel lavoro. L’ultima proroga risale allo scorso febbraio, quando la Ministra del Lavoro Calderone è riuscita a reperire i 16milioni di euro necessari, per riconfermare il lavoro agile ai fragili.

Per quanto riguarda i lavoratori genitori di under 14, il diritto allo smart working è terminato lo scorso dicembre. Ma è rimasto garantito solamente se l’altro genitore non risulta beneficiario di una delle misure di sostegno.

Se non ci saranno ulteriori proroghe, il diritto allo smart working terminerà il prossimo 30 giugno e i lavoratori dovranno tornare in presenza.
Tuttavia, alcune aziende hanno disciplinato il lavoro agile, permettendo a queste due categorie di lavoratori di rimanere in smart working.

Dal primo luglio, infatti, lo smart working verrebbe regolato dagli accordi individuali tra aziende e lavoratori, secondo quanto previsto dalla legge 81/2017 e dal Protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile.

Ovviamente non si esclude un intervento del Governo sulla questione, nei prossimi mesi.

Per chi è garantito lo smart working

Come indicato nell’art.18 della legge 81 del 2017 e dal Decreto legge 105 del 2022 (art.4 lettera B), i datori di lavoro devono riconoscere la priorità alle richieste formulate dai lavoratori con figli under 12, con figli in condizioni di disabilità, ai caregivers o ai lavoratori con disabilità in situazioni di gravità accertata.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it