gestione, marzo, patto, committenza, anci, indebitati, riforma costituzionaleLa proposta Anci sul riordino del sistema di governo locale, votata all’unanimità dai piccoli Comuni nell’assise nazionale di Cagliari e presentata successivamente al governo “non prevede in alcun modo la fusione obbligatoria” ma restituisce “il dovuto protagonismo ai sindaci, superando l’obbligatorietà delle dieci funzioni fondamentali” e “tutte quelle criticità che non hanno consentito di realizzare un vero salto di qualità nella cooperazione intercomunale”. A dirlo, in una lettera inviata nei giorni scorsi ai sindaci dei piccoli Comuni italiani, è il presidente dell’Anci Piero Fassino che ribadisce come “ogni proposta che non tenga conto di questa impostazione non potrà che rallentare ancora una volta il vero obiettivo rappresentato dal rafforzamento del sistema locale”.

 

“L’Anci – ricorda Fassino nella missiva – sostiene che è dai Comuni che occorre ripartire per ridisegnare la governance locale, tenendo conto dei mutamenti in atto del contesto provinciale e, non da ultimo, che il 54% del territorio nazionale è amministrato da piccoli Comuni, tutelato e mantenuto grazie al lavoro svolto dalle migliaia di amministratori e di cittadini che dedicano il proprio impegno nel valorizzare le risorse locali, “pesando” nella spesa pubblica complessiva per l’1%”.

 

“Abbiamo ottenuto sostegni finanziari più stabili e consistenti in favore delle Unioni e dei Comuni che scelgono la strada della fusione, solo se motivata da una convinta azione degli enti locali e dei cittadini interessati”. “L’obiettivo – aggiunge Fassino – è rendere il sistema dei Comuni nel suo complesso più forte, efficiente e capace di dare risposte adeguate ai bisogni dei cittadini, tenendo sempre conto della storia politica istituzionale dell’Italia fondata sull’identità dei nostri Comuni. Continuiamo a lavorare su questa strada”, chiosa il presidente dell’Anci.