24 episodi per raccontare in 24 ore come il cybercrime oggi possa infliggere danni sensibili a persone ed aziende di ogni settore e dimensione, operando attraverso quel World Wide Web indispensabile e insostituibile. Un libro intrigante, scritto da 2 CIO, che aiuta a capire molti aspetti ancora troppo sottovalutati quando si parla di security

Nell’era del Cloud e dei Social Media parlare di sicurezza è necessario ma anche difficile. Soprattutto considerando che le barriere e le protezioni a cui un tempo si affidavano le aziende si sono progressivamente dissolte.

Dopo il pensiero liquido oggi anche l’ICT impara ad abbracciare nuovi concetti di extended enterprise, informazione distribuita e facilmente accessibile scegliendo infrastrutture  anch’esse talmente liquide che solo chi conosce ed ama veramente la tecnologia può senza pregiudizi tematizzare un’analisi della sicurezza di nuova generazione scevra da demonizzazioni e pregiudizi.

Con Internet persone ed organizzazioni sono entrate nel cyberspazio, costruendo progressivamente una nuova società dell’informazione che ha migliorato la qualità del lavoro ma ha anche creato nuove dinamiche nella gestione delle relazioni, dei servizi e quindi dei rischi.

Il contraltare della digitalizzazione spinta? Furti di identità, malware, falle nei sistemi, interruzione della business continuity e tutta una serie di minacce generate da cybercriminali di ogni tipo.

Nel mare magnun della letteratura che racconta denial of service, virus e cyberattacchi passati alla storia, un nuovo libro, intitolato The Fifth Domain, sceglie lo storytelling per raccontare 24 casi di studio che coinvolgono settori diversi.

Gli autori, Giuliano Pozza  e John D. Halamka, sono due CIO esperti, ma anche appassionati di tutto il portato più innovativo che negli ultimi dieci anni ha cambiato i paradigmi della fruizione del Web.

Attraverso un diario cronologico che attraverso la vita romanzata del CIO protagonista, analizza una serie di accadimenti in cui emergono lacune, distrazioni ma anche segnali che aiutano a capire come la sicurezza oggi richieda una visione olistica del business, una competenza che non si esaurisce nemmeno attraverso l’aggiornamento continuo e un’apertura mentale all’imprevedibile che impone una certa creatività oltre a un’abilità nella scelta degli strumenti e dei partner che possono contribuire ad elevare il perimetro virtuale della protezione aziendale.

FONTE: ICT4Executive

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