A causa della siccità, il settore primario in Italia è in netta difficoltà e il Pil agricolo ha un calo del 10%. Ecco cosa succede.
Siccità e calo Pil agricolo: l’Italia sta subendo la più grande siccità degli ultimi 70 anni. In tutto il Paese, le temperature sono sopra la media stagionale, piove poco e i fiumi sono a secco.
A causa della siccità, a risentirne è soprattutto il settore primario del Paese, con gravi perdite per il Pil agricolo.
Vediamo com’è la situazione.
Siccità e calo Pil agricolo: il quadro della situazione
La siccità di questo 2022 sta mettendo in ginocchio il Paese: quest’anno c’è stato il 60% di precipitazioni in meno rispetto alla media, che ha portato ad una grossa siccità, trasversale in tutta Italia.
Come indicato dalla Coldiretti, l’andamento delle temperature e della siccità di quest’anno potrebbe portare ad un danno di oltre 6 miliardi di euro per l’agricoltura.
Le previsioni sono confermate anche dalla Cia- Agricoltori italiani: se si parte da un valore di 34 miliardi di annui per il settore agricolo, si rischia un calo del 10% per il Pil del settore.
L’aumento delle temperature, il calo delle precipitazioni e il forte aumento di incendi in tutto il Paese hanno portato al rischio desertificazione per un quarto del territorio.
Siccità e calo Pil agricolo: i danni ai raccolti
Secondo i dati di Coldiretti, parliamo di un calo del 30% del grano duro (usato per la pasta) e del 20% per il grano tenero (usato per il pane). Le perdite sono anche più alte in alcune Regioni, nelle quali si toccano punte del 40%.
La situazione peggiora per quanto riguarda il mais: la raccolta sarà dimezzata, a causa della siccità che ha colpito le Regioni con produzione maggiore, ovvero Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna.
In Lombardia e Piemonte è in pericolo anche la produzione di riso, con perdite stimate oltre al 30% del raccolto.
La produzione di olio era già stata messa in difficoltà negli scorsi mesi: il caldo anomalo che ha colpito il Paese, già dal mese di maggio, ha danneggiato notevolmente il raccolto. Anche la regione Puglia ha notevoli problemi con gli ulivi, colpita già dai danni causati dalla Xylella.
Non sono esenti da perdite neanche i raccolti di frutta e verdura: i campi soffrono di “ustioni” per il caldo, che hanno causato il 70% di perdita nei raccolti.
La raccolta del pomodoro da sugo è iniziata una settimana in anticipo e già si stima un calo del raccolto dell’11%.
Per la vendemmia, ancora è presto per fare stime precise, ma la mancanza di pioggia non permette agli acini di uva di ingrandirsi e la siccità mette in pericolo anche i nuovi impianti.
Siccità e calo Pil agricolo: quali sono le soluzioni
Per quanto riguarda il grano, l’accordo tra Kiev e Mosca per lo sblocco delle spedizioni di cereali ucraini dai porti del Mar Nero è una boccata d’aria per il nostro Paese. L’Ucraina, infatti, è il secondo fornitore di granoturco dell’Italia.
Per quanto riguarda gli aiuti economici, il Governo ha già stanziato 36,5 milioni di euro per le zone che hanno sofferto maggiormente a causa della siccità.
Il presidente di Cia – Agricoltori italiani, Cristiano Fini, mostra comunque le sue preoccupazioni:
“Nell’agenda politica viene meno l’approvazione del Decreto siccità, con le risorse finanziarie necessarie a garantire agli agricoltori misure di aiuto, prevenzione e compensazione. A venir meno è anche l’approvazione del Decreto flussi, che era atteso per settembre, per l’assunzione di 130mila lavoratori stagionali fra turismo e agricoltura. Lo stallo politico impedirà anche la richiesta di estensione del credito di imposta per l’acquisto di gasolio agricolo, necessario ad arginare il caro-carburante. Un’altra richiesta che resta appesa è la sterilizzazione strutturale del sistema di accise sui carburanti e la definitiva eliminazione degli oneri di sistema”.
Il problema principale ruota intorno alla crisi di governo, che potrebbe rallentare le agevolazioni al settore agricolo, così come evidenziato da Ettore Prandini, presidente della Coldiretti:
“Penso, ad esempio, al bando del Pnrr per l’agrivoltaico, ormai arrivato davvero all’ultimo miglio. Una misura che apre alla possibilità di installare pannelli fotovoltaici sui tetti di circa 20mila stalle e cascine senza consumo di suolo. Ma è importante anche il decreto attuativo sul digestato, che consentirebbe agli agricoltori italiani di poter disporre di una sostanza fertilizzante 100% naturale, che deriva dalla lavorazione dei reflui. Un’esigenza tanto più urgente se si considera che la crisi Russia-Ucraina ha causato un aumento del 250% dei prezzi dei concimi”.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it