Il Garante della Privacy ha recentemente diffuso un elenco di regole e di raccomandazioni indirizzato ai genitori che contiene suggerimenti per limitare la diffusione online di contenuti che riguardano i propri figli, il cosiddetto “sharenting”.
Questa pratica molto diffusa indica appunto l’azione da parte dei genitori di condividere continuamente e costantemente online contenuti che riguardano i propri figli e figlie in forma di foto, video, addirittura di ecografie, prima che nascano.
Alla base del vademecum e delle raccomandazioni il lavoro di indagine e raccolta dati svolto dal Tavolo tecnico sulla tutela dei diritti dei minori nel contesto dei social networks, dei servizi e dei prodotti digitali in rete. Il tavolo tecnico è stato istituito con Decreto della Ministra della Giustizia 21 giugno 2021, la relazione finale è stata prodotta il 10 maggio 2022.
Nella relazione si legge come, testualmente “la Rete costituisce un’opportunità di crescita, di socializzazione, di conoscenza e di partecipazione, e lo è stata ancor più in tempo di pandemia, ma ha generato un mondo assai complesso, aumentando in modo esponenziale l’esposizione a rischi, soprattutto degli utenti più giovani.”
Partendo dall’assunto dichiarato nel rapporto, “Non è vietando ma regolamentando che si può contribuire, ad opinione di questo Tavolo, alla costruzione di ambienti digitali utili e sicuri.” La relazione della commissione propone un’analisi di come potenziare il lavoro di sensibilizzazione mirato ad utenti minori e adulti di riferimento.
Ed è proprio agli adulti che parla il garante, tracciando regole di comportamento e suggerimenti. Anche rispetto al macro-tema dello sfruttamento dell’immagine dei più piccoli, connessa al fenomeno dei baby influencer e a quello del cosiddetto sharenting da parte degli adulti.
Lo “sharenting”: le linee guida del Garante della Privacy
Il cosiddetto “sharenting” è termine composito coniato negli ultimi anni negli Stati Uniti che deriva dall’unione delle parole inglesi “share” condividere e “parenting” genitorialità.
Il Garante, nel suo vademecum, sottolinea in particolare i rischi di questo fenomeno, una esagerata condivisione anche dei momenti più intimi e unici, come primi passi ad esempio, comporta sull’identità digitale del minore e quindi sulla corretta formazione della sua personalità. La condivisione online costante da parte dei genitori di contenuti che riguardano i propri figli/e, la diffusione non condivisa di immagini rischiano inoltre di creare nel tempo tensioni anche importanti nel rapporto tra genitori e figli.
Proprio per il fatto che il minore non è in grado di dare un consenso informato, nello stesso modo non può fornire il consenso nemmeno al proprio padre o madre. Chi può dire che un giorno i figli di Fedez e Chiara Ferragni non avranno da ridire per l’esposizione mediatica a cui sono stati sottoposti?
Gli obiettivi del vademecum
Proprio perché i giovani e giovanissimi non sono in grado di fornire un consenso informato al 100%, è necessario che i “grandi” siano consapevoli dei pregiudizi cui sottopongono i minori con l’esposizione in rete delle loro foto, anche in termini di utilizzo di immagini a fini pedopornografici, ritorsivi o comunque impropri da parte di terzi. Per tale motivo l’Autorità ha proposto di estendere a questi casi la particolare tutela assicurata dal Garante sul terreno del cyberbullismo.
Postare foto e video sulla vita di minori, magari accompagnati da informazioni come l’indicazione del nome, l’età o il luogo in cui è stato ripreso, contribuisce a definire l’immagine e la reputazione online dell’individuo e può esporlo a malintenzionati, stalker, maniaci appunto. Testualmente, il vademecum precisa anche le motivazioni di questi ‘consigli’ ed invita a tenere alta la guardia.
“È bene essere consapevoli che stiamo fornendo dettagli sulla loro vita e che potrebbero anche influenzare la loro personalità e la loro dimensione relazionale in futuro, ricorda l’Authority.”
Le regole
Quali sono le regole, a volte assimilabili anche a regole di ‘buonsenso’, se volessimo pubblicare immagini dei nostri figli? Innanzitutto è necessario ricordare che tutto ciò che finisce nel web è probabile che ci rimarrà per sempre. Difficile cancellare tutto, difficile non lasciare tracce o copie anche di ciò che viene cancellato.
Se questa necessità è irrinunciabile, è importante provare almeno a seguire alcune accortezze, le principali, sono rendere irriconoscibile il viso del minore, utilizzando programmi di grafica per “pixellare” i volti, disponibili anche gratuitamente online, in alternativa si possono coprire i volti semplicemente con una “faccina” emoticon.
È necessario leggere e comprendere le informative sulla privacy dei social network su cui carichiamo fotografie, video, immagini ed è buona norma limitare le impostazioni di visibilità delle immagini sui social network, soprattutto se parliamo di immagini di minori, esclusivamente alle persone che si conoscono e che sono affidabili, soprattutto che non le condividano, a loro volta, senza il vostro consenso magari via messenger o whatsapp. È poi sconsigliato creare un account social dedicato al minore, anzi secondo il Garante privacy è una pratica assolutamente da evitare.