Dal 1° marzo, entreranno in vigore le nuove norme della riforma Cartabia, sulle separazioni e i divorzi: ecco di cosa si tratta.
Riforma Cartabia separazioni e divorzi: dal prossimo mese, precisamente dal 1° marzo 2023, entreranno in vigore le nuove regole sulla separazione e il divorzio, introdotte dalla riforma dell’ex Ministro della Giustizia Marta Cartabia.
L’obiettivo della riforma è quello di snellire le procedure e rendere le pratiche più semplici e veloci.
Vediamo quali sono le novità.
Riforma Cartabia: tutte le novità per separazioni e divorzi
La Riforma Cartabia introduce diverse novità per i cittadini che inizieranno un processo di separazione o divorzio.
Con l’obiettivo di snellire le pratiche, sarà possibile richiedere separazione e divorzio giudiziale con un solo atto.
L’atto dovrà essere completo di ogni domanda, eccezione, prova e richiesta riconvenzionale, fin da subito. Sarà necessario, inoltre, che la non convivenza sia ininterrotta.
L’udienza del giudice dovrà tenersi entro 90 giorni.
Per quanto riguarda la questione figli, questi saranno sempre ascoltati. Col ricorso introduttivo, la parte dovrà depositare un piano genitoriale con gli impegni quotidiani dei figli e le attività. Nel caso in cui il genitore non rispetti quanto stabilito, il giudice potrà sanzionarlo.
Andrà allegata anche la situazione reale patrimoniale ed economica degli ultimi tre anni (in caso di omissioni, saranno possibili sanzioni ed eventuali risarcimenti danni).
Riforma Cartabia separazioni e divorzi: i dubbi sulla nuova riforma
Come commentato da Valentina Ruggiero, avvocatessa, esperta in diritto di famiglia:
“Ad oggi c’è ancora molta confusione in merito a questa complessa riforma, che, almeno sulla carta, sveltirà di molto i processi. Occorrerà molto più personale, sia di cancelleria, sia della magistratura, e molta specializzazione dei giudici. L’auspicio è che non si vada a penalizzare la correttezza della decisione finale in nome di una maggior celerità dei processi, poiché si tratta della vita di persone, e di minori in particolare”.
Sono stati evidenziati dubbi anche da Gian Ettore Gassani, presidente dell’Ami (Associazione matrimonialisti italiani):
“questa riforma rischia di franare per la gravissima carenza di magistrati specializzati in tema di famiglia e minori. Ne abbiano novemila e ne servirebbero dodicimila, sono pochissimi i giudici specializzati sui temi della famiglia, dei minori, della violenza”.
Una delle problematiche più evidenti, infatti, è la mancanza di personale, poiché, con la riforma, le istruttorie non potranno più essere delegate ai giudici ordinari. C’è un buco nell’organico soprattutto nei Tribunali per minorenni e manca il tempo per sopperire alle mancanze di personale.
Il rischio è quello che vengano emessi provvedimenti sbagliati, da parte di personale non qualificato nella materia. In questo modo, c’è il rischio che aumentino i ricorsi in appello.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it