CODICI denuncia la distorsione delle consulenze tecniche in tema di separazione dei genitori ed affidamento dei figli e i suggerimenti degli studi legali.
Secondo l’Istat, in Italia, 3 matrimoni su 10 finiscono con una separazione. Dietro i numeri, i drammi vissuti da famiglie spezzate. L’incomunicabilità costringe i coniugi a stare lontani e trovare due tetti distinti: i costi sono elevati e a farne le spese, la maggior parte delle volte, sono gli uomini. In caso di figli minori, infatti, persiste un anacronistico approccio culturale che vede la madre al centro del processo genitoriale.
Da anni CODICI ha lanciato la campagna “Voglio papà” contro la discriminazione dei padri e per la piena attuazione del principio di bi-genitorialità, secondo il quale un bambino ha una legittima aspirazione ed un legittimo diritto a mantenere un rapporto stabile con entrambi i genitori, anche nel caso questi siano separati o divorziati.
E’ quanto stabilisce l’art. 337 ter del Codice Civile, ma Giudici e consulenti tecnici lo violano sistematicamente.
La lunga mano che consente ai giudici di annullare il diritto è data proprio dalla categoria dei consulenti tecnici, che lo scavalcano con l’artificio giuridico del collocamento prevalente (o facendo apparire i padri come non idonei; da ciò scaturisce un tempo ridotto con cui stare con i minori oppure avere incontri in strutture protette, portando ad un annullamento totale del ruolo genitoriale paterno).
CODICI denuncia l’esistente di procedure codificate: pare che in alcuni studi legali le madri vengano addestrate a produrre storie che non sono minimamente reali ma studiate a tavolino dove il marito appare come un reale delinquente, privo di qualsiasi regola morale. Il più delle volte si producono elementi per realizzare una denuncia di violenza domestica oltre i comportamenti da adottare alle madri che si stanno separando, al fine di ottenere un collocamento prevalente o addirittura esclusivo con la conseguente determinazione dell’assegno alimentare.
Il sistema è molto semplice e vive della diffusa complicità degli operatori del settore che sono sempre gli stessi e tutti legati alla stessa linea di pensiero: per cui li troviamo a volte come CTU nominati dal Giudice e a volte come CTP di parte con un evidente conflitto d’interessi.
A questo groviglio si deve aggiungere il sistematico incarico, durate la CTU, di test svolti sempre dagli stessi esperti del settore e legate al sistema RORSCHACH. Tale sistema è da sempre esposto a critiche nel mondo scientifico a causa della sua permeabilità agli orientamenti del soggetto che somministra i test. Questo soggetto è pesantemente coinvolto nel circuito delle consulenze in maniera tale da mettere pesantemente in dubbio l’imparzialità dello stesso.
I test esaminati da una nostra indagine mostrano un’elaborazione dei dati distorta e condizionata: i periziati sono sottoposti ad un circuito di prove che servono unicamente a dimostrare che la signora x è patologica ma la sua patologia o i suoi comportamenti devianti sono il risultato del comportamento aggressivo del marito.
Per ottenere questo risultato alcuni studi legali strutturati con legami profondi con i consulenti consigliano:
1) di non dare notizie sul minore in modo che le chiamate o i messaggi inviati più volte durante la giornata, perché non si hanno notizie del minore, siano valutate come persecutorie;
2) di evitare di prendere accordi per far stare il figlio con il padre in modo da determinare ansia, rabbia e stress;
3) essere deliberatamente provocatorie e aggressive con il padre in modo da determinare una reazione violenta dello stesso;
4) di accompagnare il figlio quando incontra il padre per esacerbarne il distacco.
Tali atteggiamenti determinano una reazione del padre che si vede continuamente minato nella relazione con il figlio e la naturale reazione del genitore padre viene sempre valutata dalle CTU per un aggressivo e nel peggiore dei casi come un violento che produce violenza domestica.
La situazione paradossale è la piena consapevolezza dei consulenti ( e degli assistiti sociali quando sono incaricati) di tali dinamiche che volutamente ignorano onde favorire sempre l’apporto materno con buona pace del diritto.
CODICI sta predisponendo un dossier da inviare al Consiglio Superiore della Magistratura per denunciare questa grave distorsione e chiedere l’intervento dell’organo di controllo per denunciare questa grave distorsione e chiedere l’intervento dell’organo di controllo affinché venga garantita una reale indipendenza e terzietà adottando la rotazione negli incarichi di consulente e norme più stringenti nei casi di conflitto d’interessi tra consulenti che hanno radicati e storici rapporti reciproci.
Per la realizzazione del dossier si invitano tutti i cittadini che hanno subito questa violenza a segnalare all’associazione la propria vicenda ai seguenti recapiti: 06-55301808; segreteria_nazionale@codici.org o al link http://www.codici.org/voglio-papa.html.
http://www.spazioconsumatori.tv/rubriche/i-nuovi-orfani.html
Per questo motivo chiede al Consiglio Superiore della Magistratura di intervenire nel caos romano delle consulenze. Si invitano i padri che hanno subito questa violazione a contattare l’Associazione.