senato-terzo-mandato-governatori-regionaliDall’aula del Senato arriva il no al terzo mandato per i governatori regionali: la maggioranza si divide sul tema, ecco cosa è accaduto.


Il Senato della Repubblica ha deliberato in merito alla proposta di modifica del limite di mandato dei governatori delle Regioni, presentata dalla Lega. L’emendamento, che mirava ad aumentare il numero massimo di mandati da due a tre per i governatori regionali, ha suscitato un acceso dibattito all’interno dell’Aula.

Il Senato boccia il terzo mandato per i governatori

L’emendamento della Lega ha suscitato diverse posizioni all’interno delle forze politiche rappresentate in Senato. Mentre Fratelli d’Italia e Forza Italia si sono schierati contro l’emendamento, insieme al Partito Democratico, al Movimento 5 Stelle ed all’Alleanza Verdi e Sinistra, la Lega ha trovato appoggio da parte di Italia Viva.

Nonostante il sostegno ricevuto da entrambi i partiti, l’emendamento è stato respinto dal Senato durante la votazione. Questo significa che, nonostante l’interesse bipartisan per la proposta di modifica, non è stato possibile ottenere il consenso necessario per farla passare.

Pertanto alla fine dello scrutinio i sì all’emendamento sono stati esigui, raggiungendo soltanto 26 voti favorevoli, mentre i contrari sono stati 112 e sono stati 3 gli astenuti. Tale proposta di emendamento avrebbe comportato un cambiamento significativo rispetto alla legge vigente, introdotta con la legge 165 del 2004, che stabilisce il limite di due mandati consecutivi per i governatori regionali.

Le posizione politiche

Il relatore del decreto, Alberto Balboni, esponente di Fratelli d’Italia, si è espresso contrariamente all’emendamento proposto dalla Lega, mentre il governo, rappresentato dalla sottosegretaria Wanda Ferro, ha lasciato la decisione finale all’Aula.

Sottolineando la volontà di rispettare il diritto dei cittadini di scegliere i propri rappresentanti, il senatore della Lega Paolo Tosato ha difeso l’emendamento respinto, evidenziando che non vi era un’opposizione formale da parte del governo e che tale decisione avrebbe interpretato meglio le esigenze della popolazione.

Respinta anche l’abolizione del ballottaggio nei comuni con piu di 15mila abitanti

Parallelamente, la Lega ha presentato un ulteriore emendamento che riguardava l’abolizione del ballottaggio nelle elezioni dei sindaci nei comuni con più di 15mila abitanti, se non veniva raggiunto il quorum del 40% dei voti. Tuttavia, di fronte alla richiesta del governo di ritirare tale emendamento, la Lega ha acconsentito, accettando di trasformarlo in un ordine del giorno.

Delusione per i governatori che sostenevano il terzo mandato

La bocciatura ha generato diverse reazioni tra govenatori regionali e sindaci. Molti di loro hanno manifestato una certa delusione per il fatto che il cambiamento normativo auspicato non si sia concretizzato.

I governatori che promuovevano l’istituzione del terzo mandato per i governatori regionali includono Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna e presidente del Partito Democratico, Vincenzo De Luca, governatore della Campania, e Michele Emiliano, governatore della Puglia.

C’è anche da dire che alcuni sindaci avevano mostrato un forte interesse per l’abolizione del ballottaggio nelle elezioni dei sindaci nei comuni con più di 15mila abitanti. Tra questi c’erano Dario Nardella, sindaco di Firenze, Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci), e Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e coordinatore dei sindaci del Partito Democratico.

Le motivazioni indicate a favore di queste misure erano una semplificazione del processo elettorale e una potenziale maggiore stabilità politica e amministrativa nei comuni interessati. Inoltre, alcuni politici locali avevano sostenuto attivamente la proposta, vedendola come un’opportunità per riformare il sistema elettorale locale e favorire una maggiore partecipazione dei cittadini alle elezioni comunali.

Tuttavia, il ritiro dell’emendamento ha comportato la mancata realizzazione di queste aspettative, lasciando molti sindaci e politici locali delusi.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it