Rimettere ordine nella normativa, ma con un processo di semplificazione ragionato. La Fipe ha espresso in Senato la propria posizione in merito allo schema di decreto legislativo in materia di individuazione di procedimenti oggetto di autorizzazione, Scia, silenzio assenso e comunicazione, un provvedimento che riguarda da vicino i pubblici esercizi e, in generale, tutte le imprese del settore commerciale. “Apprezziamo molto gli sforzi profusi dal Governo – dichiara Marcello Fiore, Direttore Generale di Fipe – nel riportare ordine nelle procedure amministrative in un contesto come quello dei regimi abilitativi, dove da tempo si sono create situazioni differenziate su tutto il territorio nazionale, generando incertezza e a volte difficoltà negli adempimenti.
Tuttavia, in relazione all’attività di somministrazione di alimenti e bevande, a nome dei 300mila esercizi che rappresentiamo, esprimiamo forte preoccupazione per quanto riportato nel comma 2 dell’art. 5 del decreto: il nuovo comma prevede che venga soppressa l’autorizzazione per l’apertura o il trasferimento di sede di esercizi di somministrazione di alimenti e bevande in zone in cui il Comune può prevedere il divieto o limitazioni all’apertura di nuove strutture, non solo per motivi di pregio artistico ma anche per limitare il consumo di alcolici e preservare la vivibilità di tali zone”. Fipe si esprime a favore del mantenimento di un regime autorizzatorio, il quale, prosegue Fiore, “appare essere la migliore garanzia di rispetto delle decisioni dell’ente locale, atteso che in caso di presentazione di Scia l’apertura diventa automatica, in assenza di esplicito divieto. Con la Scia infatti le operazioni di controllo sarebbero solo successive all’apertura, con le evidenti difficoltà che si verrebbero a creare per interdire un’attività iniziata in una zona soggetta a limitazioni”.
Fipe interviene anche in merito alla presentazione della “Scia Unica” per l’ampliamento degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande: “Tale previsione – dichiara Fiore – appare in contrasto con la norma di delega, avendo questa fini di semplificazione degli adempimenti e non di istituzione di nuova e inutile burocrazia. Esprimiamo perplessità anche per la prospettiva di istituire per il subingresso una “notifica sanitaria” per le caratteristiche dei locali e le attrezzature, che anche in questo caso va a costituire un ulteriore adempimento assolutamente inutile. Risulta infatti che sia sempre stata ritenuta necessaria e sufficiente una semplice comunicazione all’autorità sanitaria del nominativo del nuovo titolare”. Infine, Fipe sottolinea la necessità di un riferimento specifico alle attività di spettacolo e intrattenimento come previsto dall’articolo 68 del TULPS: “Si ritiene opportuno – conclude Fiore – l’inserimento di tale disciplina per evitare il rischio di interpretazioni successive non coerenti con le finalità del provvedimento normativo in questione. Fipe ritiene che l’attenzione a questi aspetti possa contribuire a rendere ancor più fruttuoso l’impegno del Governo, nella sua opera di sistematizzazione per adempimenti amministrativi sempre più chiari, trasparenti e univoci a beneficio degli operatori su tutto il territorio nazionale”.