Negli ultimi giorni è uscito lo scandalo delle scommesse nel mondo del calcio, con diversi giocatori indagati. Ma cosa dice la legge al riguardo? Vediamolo insieme.
Ha fatto scalpore, negli ultimi giorni, lo scandalo delle scommesse nel mondo del calcio.
Stavolta, però, non si tratta di calcioscommesse, partite truccate e dirigenti corrotti (come successe a cavallo tra il 1979 e il 1980). Ad essere al centro del ciclone sono alcuni giocatori della Serie A. Alcuni di loro giocano anche nella Nazionale di calcio italiana.
Secondo le prime accuse arrivate, i giocatori avrebbero scommesso su partite di calcio utilizzando siti di scommesse online illegali.
Ma cosa dice la legge al riguardo? Vediamolo insieme.
Scandalo scommesse calcio: cosa dice la legge al riguardo
Sono giorni di preoccupazione per alcuni club italiani ed esteri, a causa dello scandalo delle scommesse nel mondo del calcio.
Sono usciti, infatti, diversi nomi di giocatori di serie A e della Nazionale che sono risultati invischiati in una rete di scommesse, mediante piattaforme online illegali.
Ma i giocatori di calcio possono scommettere denaro sulle partite?
La risposta si trova nell’art.24 della FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio):
“Ai soggetti dell’ordinamento federale, ai dirigenti, ai soci e ai tesserati delle società appartenenti al settore professionistico è fatto divieto di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente. anche presso i soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della FIGC, della FIFA e della UEFA”.
Si continua con il
“Divieto di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, presso soggetti autorizzati a riceverle relativamente a gare delle competizioni in cui militano le loro squadre”.
Questo significa che i professionisti non possono scommettere sul proprio sport, mentre è possibile farlo su altre discipline. I calciatori, quindi, non possono giocare d’azzardo su incontri ufficiali organizzati nell’ambito della FIGC, della FIFA e della UEFA.
Ci sono pene molto severe per chi infrange queste regole. Il mancato rispetto della norma, infatti, comporta per i soggetti dell’ordinamento federale, per i dirigenti, per i soci e per i dirigenti delle società, la sanzione della inibizione o della squalifica non inferiore a tre anni e un’ammenda non inferiore ai 25’000 euro.
È importante, inoltre, sottolineare che coloro che sono venuti a conoscenza delle irregolarità hanno l’obbligo di denunciare l’accaduto alla Procura Federale con immediatezza.
Il mancato adempimento di tale obbligo, come previsto dal comma 5 dell’art.24, comporta la sanzione della inibizione o della squalifica non inferiore a sei mesi e al pagamento di un’ammenda di 15’000 euro.
Il caso delle piattaforme illegali
Come abbiamo visto, il regolamento della FIGC vieta le scommesse ai tesserati, per quanto riguarda il loro sport, ma possono scommettere per eventi relativi ad altri settori sportivi, diversi dal calcio e sempre su piattaforme legali.
In questo caso, però, si tratterebbe addirittura di piattaforme illegali.
Gli investigatori ne avrebbero individuate già tre. Come spiegato da la Repubblica, esistono siti di scommesse non riconosciuti in Italia, che permettono di puntare sugli eventi sportivi. Si tratta di piattaforme nascoste utilizzate principalmente per riciclare denaro “sporco”.
Chi utilizza questo tipo di piattaforme scommette su partite “semplici” o mediante sistemi in grado di minimizzare le perdite, in modo da “ripulire” il denaro, con bassi rischi di essere tracciati.
Lo scandalo delle scommesse nel mondo del calcio, che ha interessato diversi giocatori di serie A, è stato scoperto proprio indagando su una di queste piattaforme, che permettono di scommettere anche a chi, per altre ragioni, non può farlo sui sistemi legali (proprio come i giocatori professionisti).
Il problema della ludopatia
A breve inizieranno le indagini sui giocatori indagati e si parla già di un problema di ludopatia che, in Italia, è molto diffuso.
Secondo un’indagine dell’Istituto superiore di sanità, in Italia ci sarebbero circa 1,5 milioni di persone affetti da ludopatia, ovvero la dipendenza dal gioco d’azzardo.
La ludopatia, chiamata anche gioco d’azzardo patologico o disturbo da gioco d’azzardo, è stata inserita nel 2013 nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali ed è annoverata tra i Disturbi correlati alle sostanze e alle dipendenze.
Chi soffre di ludopatia ha un costante bisogno di giocare d’azzardo, spesso investendo ingenti somme di denaro, arrivando ad indebitarsi e a non adempiere ai propri obblighi sociali, fino a perdere i contatti con la propria famiglia.
Il settore del gioco d’azzardo, in Italia, è in continua crescita: dal 2021 al 2023, c’è stato un aumento del 21%, per un totale di 111 miliardi di spese annue.
Quello della ludopatia è un problema che interessa trasversalmente tutte le fasce di età, anche i più giovani.
Secondo i dati emersi dall’Osservatorio Gioco d’azzardo di Nomisma, nel 2020, il 42% dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni ha fruito di giochi d’azzardo o di fortuna, sviluppando, nel 9% dei casi, pratiche di gioco problematiche.
Il fenomeno si è allargato a macchia d’olio anche a causa della facilità di accesso a piattaforme di gioco online, che sono sempre più diffuse e accessibili, anche tra i più giovani.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it