scandalo-data-room-codaconsIl Codacons lancia alcune iniziative per far ottenere il risarcimento del danno a tutti gli intestatari di contratti con le compagnie telefoniche coinvolti nello scandalo Data Room.


All’esito di una articolata attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, si emettono venti provvedimenti cautelari per i reati di

  • accesso abusivo a sistema informatico
  • detenzione abusiva e diffusione di codici di accesso
  • nonché violazione della legge sulla privacy.

Tra i destinatari dei provvedimenti figurerebbero

  • dipendenti infedeli di compagnie telefoniche (i procacciatori materiali dei dati),
  • gli intermediari che si occupavano di gestire il commercio illecito delle informazioni estratte dalle banche dati
  • ed i titolari di call center telefonici, che sfruttavano tali importanti informazioni per contattare i potenziali clienti e lucrare le previste commissioni per ogni portabilità, che arrivano fino a 400 euro per ogni nuovo contratto stipulato.

I fatti incriminanti

Secondo quanto reso noto dagli inquirenti, gli indagati avrebbero eseguito ripetuti accessi abusivi alle data room in uso ai gestori telefonici operanti sul territorio nazionale.

Le Data Room gestite direttamente da TIM, contenengono gli ordini di lavoro di delivery ed i reclami di assurance provenienti dalle segnalazioni dell’utenza relativamente ai disservizi della rete di telecomunicazioni.

Le estrazioni dei dati personali degli utenti, per come verificato nel corso delle intercettazioni, sarebbero state sistematicamente portate avanti con un volume medio di centinaia di migliaia di record al mese.

E sarebbero divenute oggetto di un illecita commercializzazione, in quanto particolarmente appetibili per le società di vendita di contratti da remoto. Che cercavano di intercettare la clientela più “vulnerabile”, a causa di problemi o disservizi, per proporre quindi il cambio del proprio operatore telefonico.

Secondo i dati diffusi dagli inquirenti, sarebbero stati oltre 1,2 milioni i dati sensibili di utenti telefonici rubati.

Scandalo Data Room: l’iniziativa del Codacons

L’Associazione, per tutelare tutti gli utenti rimasti coinvolti nello scandalo Data Room, ha deciso di mettere a disposizione la nomina di parte offesa da inviare alla Procura della Repubblica di Roma.

Questa costituisce un passaggio necessario per

  • segnalare la propria posizione agli inquirenti
  • e verificare se i propri dati sensibili siano stati oggetto di illecita diffusione e commercializzazione.

Garantendosi la possibilità di chiedere, in caso di rinvio a giudizio, il risarcimento dei danni subiti pari ad € 1.000,00, per quanto accaduto.

Maggiori informazioni sono disponibili sul portale Codacons.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it