russiaUn’analisi dell’Aice, l’Associazione Italiana Commercio Estero, e un’indagine di FedermodaItalia indicano che le imprese italiane sono state colpite doppiamente dal gioco delle sanzioni incrociate tra UE e Russia. Nei primi 3 mesi del 2015 lo “shopping” russo in Italia è calato di oltre il 50%.

 

La crisi ucraina nel 2014 ha fatto sparire la Russia dalle prime dieci destinazioni per il nostro export e ciò è stato causato principalmente dall’introduzione delle sanzioni. Da un’analisi dell’Aice, l’Associazione Italiana Commercio Estero aderente a Confcommercio presieduta da Claudio Rotti, emerge che le imprese italiane sono state colpite doppiamente dal gioco delle sanzioni incrociate messo in piedi dall’UE e dalla Russia.

 

Infatti, se il settore dell’agrofood italiano è fortemente penalizzato dalle sanzioni imposte sull’esportazione di prodotti alimentari europei verso la Russia (con danni stimabili superiori al miliardo di Euro, in percentuale un calo di almeno il 25%), tutti gli altri settori merceologici sono colpiti dall’effetto boomerang delle sanzioni europee sul settore finanziario russo, che impedisce di fatto alle banche russe di poter operare e garantire i pagamenti dei compratori russi nei confronti dei fornitori italiani. Tra l’altro, gli istituti finanziari russi forniscono garanzie ad operatori di altri Paesi limitrofi, come il Kazakstan: il danno, quindi, si allarga. In un momento in cui emergono i primi segnali di ripresa per la nostra economia, rinunciare all’apporto derivante dall’export verso un cliente importante come il mercato russo costituisce anche un freno alla ripresa.

 

Le restrizioni economiche e commerciali imposte alla Russia per il conflitto ucraino stanno, però, determinando effetti negativi, oltre che sull’export, anche sul fronte dei consumi nel nostro Paese da parte dei turisti provenienti da quelle aree. Considerato lo stato di sofferenza e di difficoltà delle imprese italiane, soprattutto quelle che vivono di domanda interna come quelle del terziario di mercato, è evidente che l’auspicio è quello di un ritorno alla normalità nei rapporti tra Italia e Russia perché per accelerare la ripresa della nostra economia occorre sostenere i consumi che, insieme ovviamente all’export, rappresentano uno dei driver fondamentali della crescita.

 

Federmodaitalia-Confcommercio, presieduta da Renato Borghi, ha realizzato un’indagine in collaborazione con Global Blue, società leader nei servizi connessi allo shopping tax-free dei turisti stranieri, da cui emerge nei primi tre mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (tab. 2), un calo molto pesante sia in termini di volume di acquisti (-54%), che in valore delle transazioni (-56%) da parte dei clienti russi, con andamenti non molto dissimili per quanto riguarda lo shopping dei turisti ucraini (-42% in quantità e -46% in valore).

 

A riprova che le criticità sono circoscritte a Russia e Ucraina, l’analisi comparativa con altri Paesi evidenzia come, ad eccezione del Giappone, i dati relativi agli acquisti effettuati in Italia dai turisti provenienti da tutti gli altri Paesi registrano variazioni positive. In particolare la Cina (+48% vendite, +36% valore), alcuni Paesi del Sud-Est asiatico (Taiwan +41% e +33%, Corea +35% e +31%, Hong Kong +47% e +17%) e gli Stati Uniti (+33% e +19%).

 

In generale, tuttavia, occorre evidenziare che il calo degli acquisti effettuati da parte dei turisti di tutte le nazionalità riguarda il comparto moda, abbigliamento e pelletteria (-3% vendite, -12% transazioni), mentre le spese per gioielleria e orologeria risultano in aumento (vendite +32%, transazioni +3%). Nelle città italiane di maggior attrazione turistica (tab. 3), vendite in calo a Milano (-7%) e a Roma (-1%), mentre sono in aumento a Venezia (+24%) e a Firenze (+18%); per quanto riguarda le rinomate vie dello shopping, a Milano resiste solo via Montenapoleone con un +7%, in calo (tra il 12% e il 16%) tutte le altre, da via della Spiga a piazza Duomo, alla galleria Vittorio Emanuele II; a Roma reggono principalmente via Condotti (+14%) e via Nazionale (+9%), mentre sono in forte calo via Frattina (-27%) e via del Babuino (-22%).