No a ipotesi di “definanziamento” della spesa sanitaria. Destinare le risorse necessarie al SSN universalistico per garantire il diritto alla salute e l’uguaglianza dei cittadini.
Se non interverranno orientamenti diversi la sanità pubblica con il nuovo DEF, in via di definizione, sarà ancora una volta impoverita e penalizzata.
Sulla base dei dati anticipati dal Governo nei giorni scorsi si apprende che l’incidenza della spesa sanitaria, in rapporto al prodotto interno lordo (PIL) è destinata a scendere ancora per arrivare, progressivamente, a quota 6.3% nel 2020. Si tratta di livelli emergenziali che si collocano molto al di sotto dei dati francesi, inglesi e tedeschi in una competizione al ribasso che ci vede “competere” con la Grecia.
Nonostante ripetute ricerche evidenzino il dilagare dei fenomeni della rinuncia alle cure di fasce crescenti di popolazione, dell’aumento della spesa privata da parte dei cittadini per sostenere le cure, dello stato di insufficienza della sanità in vaste aree del Paese e della difficoltà di tenuta nelle regioni meglio attrezzate, il Governo prosegue nella politica del definanziamento progressivo e inesorabile. Le grandi sfide poste dall’invecchiamento della popolazione e dalle cronicità, dall’innovazione tecnologica e dai nuovi farmaci, per fare alcuni esempi, sembrano abbandonate in partenza. Anche i nuovi LEA appaiono, alla luce dei numeri di bilancio, semplici declamazioni.
Chi ci guadagna? I cittadini certamente no. Si nota invece un grande attivismo di assicurazioni e soggetti privati che teorizzano, anche con il supporto della recente ricerca del Censis, il blocco degli investimenti pubblici nel settore per favorire l’ennesimo travaso di risorse dei cittadini nei confronti delle assicurazioni sanitarie nelle molteplici articolazioni esistenti. Il disinvistimento nel settore pubblico è un punto fermo, assecondato dalla politica.
È necessario che si intraprenda invece una grande campagna sul ruolo fondamentale di una sanità, che sia pubblica e per tutti, e non segmentata per reddito e per categorie sociali. Necessario superare la attuale prassi, spesso inadeguata e tardiva, che si limita a diagnosticare e curare, troppo spesso in ritardo e con incrementi di spesa non sostenibili a carico dei pazienti.
Federconsumatori intende farsi interprete di questa esigenza sollecitando il Governo e il Parlamento a dedicare risorse e attenzione alla sanità, per garantire la prevenzione ed i trattamenti di malattie curabili senza accrescere la spesa a carico dei pazienti. È fondamentale, in tal senso, aprire un cantiere con i cittadini che, lasciati soli, vivono con difficoltà questa grave situazione di abbandono.