È la più grande indagine conoscitiva nazionale sulla salute e sicurezza sul lavoro mai realizzata, con oltre 12mila intervista effettuate a lavoratori e a tutte le figure della prevenzione aziendale. Il progetto INSuLA – acronimo di “Sviluppo di modelli per un sistema permanente di rilevazione della percezione del rischio per la salute e sicurezza in ambiente di lavoro da parte dei lavoratori e delle figure della prevenzione” – è stato realizzato dal settore Ricerca dell’Inail e sarà presentato oggi e domani a Roma, nell’ambito di un convegno presso l’Auditorium della sede di piazzale Pastore dell’Istituto. Il progetto -disponibile online sul Canale della sicurezza dell’Inail – è approvato e finanziato dal ministero della Salute nell’ambito del Programma per la ricerca sanitaria in materia di tutela della salute nei luoghi di lavoro.

Dati utili allo sviluppo di strumenti di prevenzione. Concepito per sviluppare un sistema permanente di rilevazione della percezione delle condizioni di lavoro e dei livelli di tutela della salute e sicurezza, INSuLA – che ha visto il forte coinvolgimento di università, Regioni, parti sociali e associazioni scientifiche – ha l’obiettivo di fornire dati utili allo sviluppo di strumenti di prevenzione mirati al miglioramento della qualità della vita lavorativa, anche alla luce dei mutamenti del mondo del lavoro, in particolare a seguito dell’applicazione del decreto legislativo 81/2008 (Testo unico sulla sicurezza sul lavoro) e delle sue successive modifiche.

De Felice: “Definito un interessante quadro di insieme”. “Come sottolineato dal presidente dell’Inail, Massimo De Felice, nell’intervento che oggi pomeriggio ha aperto il convegno dedicato al progetto, “si tratta di un lavoro molto interessante, come tutti i lavori che producono un arricchimento di dati che consentono di indirizzare meglio le azioni intraprese per la prevenzione e di controllarne l’esito. L’indagine definisce un quadro di insieme sulla percezione del rischio, rispetto alla quale sarebbe molto utile, in prospettiva, effettuare delle verifiche di tipo fattuale o controfattuale, per capire se i settori produttivi in cui si concentrano le preoccupazioni dei lavoratori sono quelli in cui l’Istituto ha rilevato nel corso degli anni una rischiosità effettiva più alta”.

Un progetto di rilevanza transazionale. “Il contesto scientifico di riferimento del progetto è quello relativo alle indagini conoscitive, europee e nazionale, sulla percezione della salute e sicurezza sul lavoro da parte delle figure coinvolte nel sistema di prevenzione – spiega il coordinatore della ricerca, Sergio Iavicoli, del dipartimento Igiene del lavoro dell’Inail – Tali indagini hanno acquisito nel tempo una rilevanza sempre maggiore, costituendo una preziosa fonte di informazioni per analizzare i vari aspetti delle condizioni di lavoro, individuare i gruppi di lavoratori a rischio e contribuire allo sviluppo delle politiche europee”.

Colmate le lacune di esperienze precedenti. “INSuLa – sottolinea ancora Iavicoli – nasce, pertanto, con l’obiettivo principale di colmare la mancanza di una survey italiana su un campione sufficientemente ampio e rappresentativo, fornendo strumenti che permettano di mettere in luce le differenze percettive tra le diverse figure del sistema prevenzionale aziendale e di sviluppare nel tempo un sistema di rilevazione permanente per la messa a punto di azioni ad hoc sulle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro”. Il progetto, inoltre, ha consentito di colmare le lacune di passate – e certamente interessanti – esperienze internazionali, come quelle della Fondazione europea di Dublino e dell’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro di Bilbao, che scontavano tuttavia alcuni significativi limiti di campionamento, non solo dal punto di vista quantitativo, con campioni di riferimento decisamente ridotti rispetto a INSuLA, ma anche in relazione a categorie specifiche di lavoratori, quali gli stranieri e i precari, e alle piccole e medie imprese, che in Italia rappresentano l’asse principale del sistema produttivo.

Monitorata la forza lavoro italiana e tutte le figure della prevenzione.Le indagini principali – per un totale di oltre novemila interviste – sono state effettuate su un campione di lavoratori e uno di datori di lavoro, entrambi rappresentativi della forza produttiva italiana. Oltre a questoprogetto capofila, che ha interessato anche i responsabili del servizio di prevenzione e protezione (631 interviste), sono state realizzati tre focus specifici che hanno coinvolto tutte le figure della prevenzione previste dalla normativa vigente, “monitorati” in relazione alle criticità e ai bisogni relativi all’espletamento delle proprie attività, ovvero medici competenti (1.237 interviste), rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (600 interviste) e operatori dei servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro delle Asl (975 interviste).

Per i lavoratori la salute rappresenta la priorità. Per quanto riguarda i lavoratori sono stati intervistate ottomila persone, distribuite su tutto il territorio nazionale, le cui risposte hanno fatto emergere aspetti conoscitivi di grande interesse. Per esempio, in merito all’ordine di priorità da assegnare in relazione a quattro aspetti connessi all’attività lavorativa – sviluppo di carriera, salute e sicurezza dell’ambiente di lavoro, bilanciamento tra vita lavorativa e vita privata, e stabilità del posto di lavoro – la stabilità del posto di lavoro e la salute e sicurezza sono risultate le più scelte al primo posto, con percentuali quasi identiche pari a circa il 33%. Al secondo posto, con il 34%, sono state indicate nuovamente la salute e la sicurezza, mentre al terzo posto il bilanciamento tra vita lavorativa e vita privata è stato scelto dal 30% degli intervistati. L’ultimo aspetto, relativo allo sviluppo di carriera, è stato invece quello meno scelto.

L’azienda fonte principale di informazioni in materia di sicurezza.Altro aspetto d’interesse è quello che ha visto – con riferimento ai cinque anni precedenti l’indagine – l’88% del campione dichiarare di aver ricevuto dall’azienda informazioni riguardanti la normativa vigente in tema di salute e sicurezza sul lavoro. Il 76% ha sostenuto di aver usufruito di corsi di formazione obbligatori ex lege e il 50% di informarsi anche autonomamente sulle tematiche attinenti la prevenzione sul lavoro. Rispetto agli strumenti adoperati per informarsi autonomamente si evince che Internet è il più adoperato, sia nella navigazione di motori di ricerca in generale (50%) sia nella navigazione di siti specializzati (16%). Inoltre si mette in evidenza che la percentuale complessiva dell’uso del web è superiore nell’area Sud e Isole (68%) rispetto al Nord dove rimane al 64%.

Gli imprenditori: investimenti sostenibili anche in tempo di crisi.L’indagine sui datori di lavoro è stata condotta su un campione composto da 1.010 persone, rispecchiando le caratteristiche aziendali tipiche del tessuto produttivo italiano riguardo la dislocazione geografica delle aziende, il settore economico di appartenenza e la dimensione. Tra i principali risultati emersi, il 35,8% del campione ha dichiarato che nell’attuale situazione economica sia “abbastanza” sostenibile investire in tema di salute sul lavoro e il 35,6% che lo sia “molto” o “completamente”. Ancora, il 56,1% ritiene che il livello di tutela della salute e sicurezza sul lavoro sia aumentato negli ultimi cinque anni, in seguito all’entrata in vigore dell’attuale normativa, mentre il 42,7% che sia rimasto invariato. Complessivamente, il 61,8% degli intervistati svolge le funzioni di datore di lavoro presso una piccola-medio impresa e, dai risultati, sono emerse delle differenze rilevanti nelle percezioni dei datori di lavoro appartenenti ad aziende di maggiori dimensioni rispetto a quelli delle piccole e micro imprese.

 

FONTE: INAIL

 

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