L’ex ministro Andrea Orlando deuncia la totale assenza nella Manovra 2023 di qualsiasi legata al Salario Minimo, richiesto anche dalla direttiva europea per salari minimi adeguati.
Secondo questa direttiva, approvata lo scorso giugno, l’articolo 31 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea sancisce il diritto di ogni lavoratore a condizioni di lavoro sane, sicure e dignitose.
Tutti i lavoratori hanno diritto ad eque condizioni di lavoro e la Carta dei Diritti riconosce il a tutti i lavoratori ad un’equa retribuzione che assicuri a loro ed alle loro famiglie un livello di vita dignitoso.
Riconosce inoltre il ruolo delle convenzioni collettive liberamente concluse e dei meccanismi legali di determinazione dei salari minimi al fine di garantire l’esercizio effettivo di tale diritto, il diritto di tutti i lavoratori e i datori di lavoro di organizzarsi in organizzazioni locali, nazionali e internazionali per la tutela dei loro interessi economici e sociali e il diritto di contrattazione collettiva.
Gli obiettivi sono quelli di ridurre le diseguaglianze, mettere un freno ai contratti precari e pirata e migliorare il tenore di vita dei cittadini dell’Unione Europea con salari dignitosi in tutto il territorio, pur tenendo conto del welfare dei vari stati.
Ma dato che nella legge di bilancio 2023 non c’è traccia di misure legate al salario minimo sta maturando uno scontro politico sull’argomento.
Salario Minimo, la denuncia di Orlando: grave l’assenza nella manovra 2023
Infatti un paio di settimane fa è stata approvata dall’Aula della Camera con 163 voti a favore, 121 no (M5S, Pd e AVS) e 19 astenuti (i deputati del Terzo Polo) la mozione della maggioranza che toglie il salario minimo dalla manovra.
Il documento impegna l’esecutivo “a raggiungere l’obiettivo della tutela dei diritti dei lavoratori non con l’introduzione del salario minimo, ma attraverso le seguenti iniziative: attivare percorsi interlocutori tra le parti non coinvolte nella contrattazione collettiva, con l’obiettivo di monitorare e comprendere, attraverso l’analisi puntuale dei dati, motivi e cause della non applicazione“.
E così l’ex Ministro Andrea Orlando lancia l’allarme:
“In Italia i salari sono fermi da trenta anni e chi si trova un salario da ceto medio è in una situazione in cui non riesce più ad arrivare alla fine del mese. Questo è un punto su cui dobbiamo incalzare il Governo e mettere al centro della nostra iniziativa politica.
In questa legge di bilancio non c’è nulla su questo perché i soldi che andranno sul cuneo fiscale sono meno dei ‘vituperati’ bonus del Governo Draghi, sul salario minimo non c’è niente. Quindi la questione salariale, che è la madre delle diseguaglianze in questo paese, è completamente rimossa.”
Per Salvini invece non c’è bisogno di Reddito di cittadinanza e salario minimo
D’altro canto, a scaldare gli animi, arrivano anche le dichiarazioni dell’attuale Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che ha dichiarato, intervendo all’assemblea di Confagricoltura:
“Non c’è bisogno di salario minimo o reddito di cittadinanza, c’è bisogno di gente che sa e vuole lavorare, ci eravamo impegnati come Lega centrodestra a reintrodurre forme di lavoro agile come i buoni lavoro, i voucher soprattutto nell’agricoltura e nel commercio perché è meglio un buon lavoro a tempo, giustamente pagato che un non lavoro o un lavoro in nero“.
Su questa battaglia probabilmente siamo solo all’inizio.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it