Il Responsabile Unico del Procedimento (RUP) riveste un ruolo centrale nella gestione degli appalti pubblici, inclusi quelli che riguardano servizi di ingegneria e architettura.
Un recente parere del supporto giuridico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), il numero 2687 datato 18 luglio 2024, ha fornito chiarimenti in merito alle competenze necessarie per il RUP in tali contesti, rispondendo a un quesito sollevato su questo argomento.
Il quesito sottoposto al MIT
Il quesito era composto da tre domande principali:
- In una Pubblica Amministrazione che prevede più responsabili per le varie fasi di un progetto (programmazione, progettazione, esecuzione e affidamento), può un legale con esperienza nel settore essere nominato RUP per la fase di affidamento, anche se la nomina riguarda lavori di ingegneria e architettura?
- In alternativa, se il legale non possiede tutte le competenze tecniche necessarie, può avvalersi del supporto di un tecnico con laurea in architettura per svolgere il ruolo di RUP per la fase di affidamento?
- Infine, è possibile istituire una struttura stabile di supporto al RUP, in conformità all’articolo 15, comma 6 del D.lgs. 36/2023?
Quali competenze deve avere il RUP per i servizi di ingegneria e architettura?
Il parere evidenzia l’importanza di disporre di competenze tecniche qualificate per il RUP quando si tratta di servizi di ingegneria e architettura. Un legale può essere nominato RUP solo se affiancato da figure professionali che compensino la mancanza di requisiti tecnici. La normativa vigente permette inoltre una certa flessibilità organizzativa, consentendo la creazione di strutture di supporto per garantire l’efficace esecuzione delle attività legate all’affidamento.
Vediamo la risposta del Ministero in modo più dettagliato.
Un quadro normativo complesso
Il MIT ha sottolineato che la figura del RUP, soprattutto per lavori di ingegneria e architettura, deve rispettare determinate qualifiche tecniche. Innanzitutto, è importante evidenziare che il Codice degli Appalti, come modificato dal D.Lgs. 36/2023, prevede la possibilità per le stazioni appaltanti di nominare due diversi RUP:
- uno per le fasi di programmazione, progettazione ed esecuzione,
- e un altro per la fase di affidamento.
Entrambi devono comunque essere affiancati da un responsabile di progetto, il quale ha il compito di supervisionare, coordinare e dare indirizzi generali.
Per quanto riguarda i servizi di ingegneria e architettura, è stabilito che il RUP debba essere una figura con competenze tecniche. L’articolo 2, comma 3 dell’Allegato I.2 del D.Lgs. 36/2023 specifica che il RUP deve essere un tecnico qualificato, a meno che all’interno della stazione appaltante non vi sia una figura professionale con tale qualifica.
In tal caso, il ruolo può essere attribuito al dirigente o responsabile del servizio competente. Solo in situazioni eccezionali, la stazione appaltante può nominare come RUP un dipendente non dotato dei requisiti tecnici, purché venga affiancato da personale qualificato in grado di colmare le eventuali lacune.
Il ruolo del legale e l’importanza del supporto tecnico
Riguardo alla prima domanda, il parere chiarisce che un legale con esperienza, anche se già nominato procuratore responsabile per i lavori impiantistici e i servizi di ingegneria e architettura, non può essere nominato RUP per la fase di affidamento se non dispone delle necessarie competenze tecniche. Tuttavia, se il legale si avvale del supporto di un tecnico, come un architetto, potrebbe comunque rivestire tale ruolo. Questo garantirebbe che l’affidamento dei servizi avvenga in conformità con le competenze richieste dalla normativa.
Per rispondere alla terza domanda, il MIT ha confermato che, ai sensi dell’articolo 15, comma 6 del D.Lgs. 36/2023, è possibile istituire una struttura di supporto al RUP, purché ciò venga specificato nell’atto di nomina. Questo consente alla stazione appaltante di organizzarsi in maniera autonoma, purché rispetti i requisiti previsti dalla legge.