Alcuni rumori di notte possono risultare molto fastidiosi. Vediamo cosa dice la legge in merito al rumore del WC in condominio.


Potrebbe sembrare esagerato, ma il rumore del WC in condominio, specialmente nelle ore notturne, può creare non pochi disagi.
Complici le pareti sottili e i problemi idraulici, il rumore del WC in condominio può disturbare il sonno dei vicini.

Ma quindi come possiamo comportarci? Vediamolo insieme.

Rumore del WC in condominio: cosa possiamo fare

Molte infrastrutture in Italia necessitano di ristrutturazioni, tra cui alcuni impianti idraulici presenti in condomini.

Può capitare a tutti di trovarsi accanto ad un condomino che disturba con un eccessivo rumore del WC. Si tratta di una situazione che può causare profondo imbarazzo, se siamo in compagnia di ospiti. Oppure un vero e proprio disturbo della quiete, se accade nel bel mezzo della notte.

Ma cosa possiamo fare per impedire questo disturbo “privato”?

Innanzitutto, chi subisce il rumore, ha il diritto di chiamare un perito, che faccia delle misurazioni acustiche e dei rilievi sul posizionamento corretto della cassetta di scarico. Infatti, questa è la causa primaria dell’eccessivo rumore de WC in condominio.

Stabilire se i rumori provenienti dal vicino sono a norma o meno è la prima cosa da fare quando ci troviamo di fronte ad una situazione del genere. Purtroppo, non esiste un limite acustico legale, fissato dalla legge: nella giurisprudenza, infatti, non è presente una legge che possa limitare i decibel degli scarichi da bagno.

Ma il cittadino può rifarsi all’art. 844 del Codice Civile, che si riferisce alle immissioni acustiche in condominio, che possono risultare “intollerabili” e quindi illecite.

Rumore del WC in condominio: cosa dice la legge

rumore wc in condominioLa giurisprudenza in merito ha stabilito che le immissioni acustiche, che superano di 3 decibel i rumori di fondo, possono essere vietate.
Proprio per questo è indispensabile rivolgersi ad un perito che possa misurare le emissioni acustiche del WC del vicino.

Nel caso che, i rumori non superino tale soglia, è inutile intentare una causa contro il vicino, ma c’è la possibilità di avviare un’azione legale contro il costruttore. In questo caso, però, l’appaltatore è responsabile solo nei primi 10 anni dall’ultimazione dell’edificio.

In caso positivo, il cittadino potrà inviare una diffida entro 60 giorni da quando ci si è accorti del vizio e avrà un anno per poter intentare la causa.
Nel caso, invece, che i rumori superino i 3 decibel, non significa per forza che siano illeciti, poiché potrebbero essere considerati tollerabili, per la loro brevità e necessità.

Bisogna, poi, tenere conto della soglia di tollerabilità, che si attesta ai 5 decibel per il giorno (dalle 6 alle 22) e di 3 decibel per la notte (tra le 22 e le 6).

Purtroppo, si tratta di eventualità piuttosto nebulose, nelle quali sarà il giudice a stabilire se l’immissione rumorosa è illecita o meno, a seconda della situazione ambientale, delle caratteristiche della zona e delle abitudini degli abitanti.

L’obiettivo è comunque quello di tutelare il diritto al riposo, alla serenità e all’equilibrio della mente, specialmente nelle ore notturne.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it