Traffico attorno al Circo Massimo a seguito delle chiusure in vista del concerto dei Rolling Stones, 20 giugno 2014. ANSA/ANGELO CARCONI

Il traffico congestionato, le ore di punta che diventano impraticabili per le lunghissime file, il trasporto pubblico in continua crisi, rendono le strade della capitale una bolgia in cui, ogni mattina, milioni di lavoratori, studenti, pendolari si ritrovano caoticamente.

 

Non si tratta di un problema che riguarda ogni grande città metropolitana, poiché la situazione a Roma è molto più complicata delle altre capitali europee: non saranno gli stessi romani a peggiorarla?

 

La scena a cui si assiste quotidianamente è quella di milioni di macchine occupate ognuna da una sola persona. Questo aumenta di gran lunga il numero dei mezzi in circolazione e congestiona il traffico, rendendo impossibile anche arrivare a lavoro in orario. E’ stato stimato che ogni 100 passeggeri ci sono 85,5 auto. Se si riuscisse a raggiungere un tasso di occupazione medio pari a 2, avremmo che ogni 100 passeggeri ci sono 50 auto con una conseguente riduzione del traffico del 41,5%, che vorrebbe dire dare un contributo risolutivo al problema di congestione stradale e dell’inquinamento.

 

Non si può dire che, al giorno d’oggi, manchi l’adeguata tecnologia per ovviare al problema. Esistono, infatti, numerose applicazioni o piattaforme, BlaBlaCar, Zego, Jojob, BringMe, Carpooling.it, che consentono il social sharing e che potrebbero cambiare la mobilità. E’ necessario, dunque, incentivare i cittadini alla condivisione. Il Car pooling, in italiano covetturaggio, indica una modalità di trasporto che consiste nella condivisione di automobili private tra un gruppo di persone, con il fine principale di ridurre i costi del trasporto. E’ stata proprio Jojob, servizio di carpooling destinato alle aziende, a stimare per ogni dipendente che utilizza il servizio un risparmio medio di 1300 euro l’anno: solo nel primo trimestre 2016 grazie al carpooling aziendale sono stati risparmiati 328.590 km, il 21,6% in più rispetto ai 270.135 km dell’ultimo trimestre del 2015.

 

Questa pratica è molto diffusa negli Stati Uniti e nei paesi del Nord Europa, mentre in Italia sta diffondendosi, in maniera molto lenta, soltanto  negli ultimi tempi. Sembrerebbe, infatti, che questa pratica di comportamento sia in costante aumento. I vantaggi di questo tipo di mobilità sono evidenti: permette infatti non solo di risparmiare denaro, dividendo le spese del viaggio, ma anche di ridurre drasticamente il numero di veicoli rendendo più fluido il traffico cittadino e di conseguenza ridurre l’inquinamento.

 

Le nostre proposte – dichiara Luigi Gabriele Affari Istituzionali Codici – sono:

 

 

  • rendere le corsie preferenziali accessibili alle vetture private con più di tre persone a bordo;
  • rendere le corsie preferenziali accessibili ai servizi di car sharing, ad esempio enjoy, car2go e zig zag;
  • introdurre una tariffa assicurativa adeguata per gli operatori di car sharing e scooter sharing, sotto l’attenta vigilanza dell’IVASS, a cui l’associazione Codici si rivolgerà.
  • ridurre le tariffe annuali per la sosta nelle strisce blu dei veicoli che appartengono al car sharing (se consideriamo il caso di Enjoy, oggi una 500 rossa arriva a pagare una cifra di 1200 euro annua per sostare nelle strisce blu del centro storico)
  • non solo le tariffe assicurative sono troppo elevate, ma sono pochissimi gli operatori disposti ad assicurarli, perché i costi si triplicano.

 

 

Codici promuoverà il manifesto della mobilità condivisa, unendo il Comune di Roma, l’Ivass, gli operatori di settore e tutti gli altri soggetti coinvolti.