Decine di TIR in corteo a passo di lumaca hanno bloccato il GRA di Roma: manifestazione indetta dall’associazione di categoria Trasportounito per sensibilizzare le istituzioni ed anche i cittadini sulla crisi del settore.
Non il ‘solito’ lunedì nero del trasporto romano: questa volta a mettere in crisi la città una manifestazione indetta dall’associazione di categoria, organizzazione autonoma che si dichiara ‘distante da schieramenti e condizionamenti partitici e confederali’ e che attacca in maniera diretta e frontale il Ministro in carica.
Un progetto, quello di Trasportounito, che origina da FIAP, Federazione Italiana Autotrasportatori Italiani presente e attiva nel nostro Paese fin dal dopoguerra, dal lontano 1949, e che vuole farsi portavoce di presupposti innovativi, come l’idea di fare sistema, unendoli ad obiettivi più tradizionali, come quello di tutelare gli interessi delle imprese che aderiscono con gli strumenti e le possibilità che gli stessi sapranno contribuire a costruire in una libera azione di rappresentanza e di espressione delle capacità imprenditoriali.
Le modalità della manifestazione
Lanciato dunque un forte grido di ‘aiuto’ organizzando un corteo con l’obiettivo dichiarato di sensibilizzare le istituzioni sulla crisi del settore degli autotrasporti. La manifestazione ha seguito quella già avvenuta a Napoli solo lo scorso dicembre, che però non ha prodotto grandi risultati concreti, anzi, ha di fatto assistito al cadere nel vuoto dei molti allarmi lanciati, già in quell’occasione, anche relativi all’entrata in vigore del nuovo codice della strada.
È Il progetto associativo che nasce dall’esigenza di unificare le imprese di autotrasporto nell’ambito di una casa comune in grado di garantire un confronto senza influenze o restrizioni derivanti dall’esterno o comunque da interessi opposti alle primarie necessità dell’autotrasporto professionale, anche in questa occasione si è rivolto direttamente al ministro Matteo Salvini, chiedendo maggiori tutele per i lavoratori del comparto. A riprova di questa ‘sfida’ diretta lanciata alle Istituzioni, quattro tir autoarticolati si sono fermati proprio all’esterno del Ministero dei Trasporti stazionando davanti a Porta Pia, in Centro Città.
Il corteo di TIR che ha bloccato il GRA di Roma per denunciare la crisi degli autotrasporti
La rappresentanza dei mezzi in corteo sul Gra ha visto parallelamente un’altra delegazione in viaggio verso l’Eur, altro centro nevralgico della Città del ‘potere’ istituzionale con la presenza di realtà importanti, Ministeri e altri Enti Istituzionali dove verrà raggiunta dai quattro mezzi quando lasceranno il presidio al ministero. Circa 40 gli autoarticolati coinvolti nella manifestazione. Fin dalla mattina del 17 febbraio i ‘giganti della strada’ hanno dapprima occupato la carreggiata esterna del Grande raccordo anulare, sono poi partiti dallo svincolo della Flaminia e usciti dallo svincolo Pontina in direzione Roma Centro.
Superlavoro per le squadre di Anas e le forze dell’ordine, impegnati fin dalle prime ore della mattinata per cercare di garantire la transitabilità dell’arteria, già solita a rallentamenti e infinite attese anche in giornate ‘normali’ soprattutto nelle ore di movimento del traffico pendolare.
I motivi della protesta
Le ragioni della protesta sono presto dette e sono numerose, complici, secondo l’associazione di categoria di aver ormai messo a serio rischio la sopravvivenza stessa dell’intera categoria. Dopo Napoli, la protesta dei tir organizzata da Trasportounito arriva a Roma.
“Se il ministero dei Trasporti continuerà a ignorare le motivazioni di questa protesta e i rischi a cui lo stato di abbandono ed emarginazione al quale la politica sta condannando l’autotrasporto italiano, inevitabilmente la vertenza salirà di tono, nei contenuti, nelle modalità della protesta stessa e nell’estensione ad altre realtà territoriali e no”, fa sapere Trasportounito.
Sul banco degli imputati, dunque, secondo la denuncia di Trasportounito, innanzitutto le regole del mercato globalizzato, c’è poi da fare i conti con la carenza dei conducenti, ma ancora di più preoccupano la sicurezza delle infrastrutture, il nuovo codice della strada e tutte le tematiche relative alle abilitazioni professionali e di categoria.
Secondo quanto dichiarato agli organi di stampa dal segretario generale di Trasportounito, Maurizio Longo, siamo ormai di fronte all’ultima possibilità di salvare centinaia di posti di lavoro: “davvero non esiste più tempo: le problematiche che devono essere affrontate e risolte con estrema urgenza, sono di tale gravità da porre in discussione la sopravvivenza di gran parte delle imprese di autotrasporto, imprese che garantiscono il trasporto di oltre l’80% delle merci movimentate in Italia” e ancora “le problematiche sono così gravi da porre in discussione la sopravvivenza di gran parte delle imprese“, ha dichiarato.
Una situazione molto pesante
E già perché ciascuno di noi fatica, di certo, a rendersi conto di come quell’ordine fatto sul sito che ci piace tanto, e che arriva in massimo due giorni, a volte anche in poche ore, corre per le nostre strade, sulle spalle e sulle gambe di autotrasportatori che raccogliendo la merce dai principali aeroporti Italiani, le fa giungere poi proprio fino alla nostra porta.
Dietro a qui pacchi che arrivano così velocemente ci sono autisti che vivono le loro vite attraverso il nostro Paese e a volte attraverso l’Europa, che sono sempre più messi a dura prova. Come possiamo sentire dalle loro stesse dichiarazioni.
“La politica sta condannando l’autotrasporto italiano” affermano, “Protestiamo per il caro gasolio, il codice della strada, ore di guida, autisti che non si trovano per queste leggi sulle strade che tolgono patenti anche per 10 minuti in più di guida, è diventata una cosa fuori dal normale” spiegano ancora i lavoratori ai giornalisti intervenuti per raccogliere le loro testimonianze. “Siamo una forza motrice dell’Italia – aggiunge un altro camionista – siamo arrivati al lastrico: troppe spese, caro carburanti, punti della patente che vengono tolti ingiustamente”.
Un futuro incerto dunque ed un presente sempre più faticoso, ma sarà necessaria una importante e strutturale azione riformatrice per porgerci rimedio.