Nuovi ritardi nell’erogazione dell’Assegno Unico Universale stanno mettendo in difficoltà migliaia di famiglie italiane: anche per la mensilità di marzo 2025, molti beneficiari segnalano accrediti posticipati rispetto al calendario abituale, suscitando preoccupazione e malcontento.
L’Assegno Unico Universale, gestito dall’INPS, rappresenta un sostegno essenziale per i nuclei familiari con figli a carico. Questo strumento ha accorpato diverse misure di assistenza, semplificando il sistema di welfare e garantendo un contributo proporzionale all’ISEE e alla composizione familiare. Sono previste maggiorazioni per famiglie numerose e per chi ha figli con disabilità.
La recente circolare INPS n. 33/2025 ha aggiornato gli importi per l’anno in corso, includendo gli adeguamenti legati all’inflazione.
Nuovi ritardi sull’assegno unico anche a marzo 2025: cosa si deve sapere
Uno dei motivi dietro ai ritardi è l’introduzione del nuovo sistema Re.Tes., che dal mese di marzo 2025 ha modificato le finestre di erogazione. Fino a febbraio, i pagamenti venivano generalmente effettuati tra il 15 e il 16 del mese. Con la nuova programmazione, gli accrediti slittano al 20 di ogni mese almeno fino al mese di giugno per chi riceve un importo invariato, mentre coloro che devono percepire la prima rata o subiscono variazioni dovranno attendere l’ultima settimana del mese.
Questa riorganizzazione è stata introdotta con l’obiettivo di uniformare e ottimizzare le procedure di pagamento, ma ha portato con sé conseguenze negative per i beneficiari.
Le difficoltà dei beneficiari
Il passaggio a Re.Tes. ha comportato un riassetto delle procedure interne, aumentando i tempi di elaborazione delle pratiche, specialmente per coloro che hanno subito variazioni nell’importo o devono ricevere la prima erogazione. Questo ritardo è particolarmente problematico per le famiglie con difficoltà economiche, che dipendono da queste somme per la gestione delle spese essenziali.
La transizione a un nuovo meccanismo di pagamento avrebbe richiesto una fase di adattamento più graduale e una comunicazione più trasparente, al fine di evitare il disorientamento dei cittadini.
Il ritardo, sebbene formalmente previsto dal nuovo calendario, ha creato problemi per chi si era abituato a ricevere l’assegno con tempistiche diverse. Per molti nuclei con bilanci fragili, anche pochi giorni di differenza possono significare difficoltà nel pagamento di affitti, bollette o altre spese essenziali.
Va anche detto che, come segnalato alcuni mesi fa da alcuni nostri lettori alla redazione, per alcune famiglie questi ritardi sembrebbero essere “ricorsivi” e l’Inps scarterebbe automaticamente alcuni beneficiari: una questione su cui tuttavia non c’è molta chiarezza e sulla quale nemmeno l’Istituto finora ha fatto delucidazioni.
Come verificare l’accredito?
Per controllare lo stato del pagamento, gli utenti possono accedere alla propria area riservata sul sito INPS utilizzando SPID, CIE o CNS. Qui vengono fornite informazioni dettagliate su importi e date di erogazione. Inoltre è possibile consultare un documento in formato PDF con la tabella completa degli importi aggiornati per il 2025, incluse le maggiorazioni previste in base all’ISEE del nucleo familiare richiedente. Qui il documento completo.
Una riforma ancora da perfezionare
L’Assegno Unico, pur rappresentando un importante strumento di supporto, continua a mostrare criticità nella gestione amministrativa. La riforma del sistema di pagamento dovrebbe garantire maggiore stabilità e prevedibilità per i cittadini, evitando che continui cambiamenti nei tempi di erogazione possano compromettere l’efficacia del beneficio. Resta da vedere se l’INPS adotterà correttivi per mitigare i disagi e ristabilire la fiducia dei percettori.