Si sta per avvicinare il prossimo inverno e l’abbassamento delle temperature, che già in alcune zone d’Italia si fa sentire: ecco un riepilogo su come riscaldare la propria casa anche alla luce degli ultimi dettami dell’UE sull’efficienza energetica degli edifici.


Presentato a luglio dalla Commissione Europea il pacchetto di riforme che guideranno l’Unione verso la riduzione delle emissioni di Co2 del 55% entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050. Punto focale e vincolante l’aumento dell’efficienza energetica per gli edifici, privati e pubblici, con lo scopo di spingere i governi a rinnovare il 3% degli edifici pubblici ogni anno.

Sul versante degli edifici privati un fondo di 144,4 miliardi di euro sarà finalizzato a ammortizzare i costi sui riscaldamenti, che deriveranno dai nuovi limiti sulle emissioni di Co2 imposti dall’Ets, e sostenere le spese per aggiornare le azioni di efficienza energetica delle case private.

Riscaldare la propria casa, in vista dell’inverno e del cambiamento climatico

Importante il ruolo anche del riscaldamento delle abitazioni, per il quale ci si augura, si registrerà un serio impegno congiunto Europeo nel combattere gli sprechi ed efficentare le risorse messe in campo. In Italia la regolamentazione è ferma al 1993 con una normativa lungimirante dell’epoca che definiva regole per la programmazione dell’accensione e dello spegnimento dei riscaldamenti basate su zone climatiche.

Definite e individuate con Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) n. 412/1993 e dalla successiva Legge n. 10/1991 queste zone sono determinate in base a un parametro chiamato Gradi Giorno (GG).  Un dato numerico, questo, ottenuto da una complessa equazione che misura la differenza tra la temperatura interna ideale di 20°C e la temperatura effettiva esterna, sommata per ogni giorno dell’anno. Più alta è questa differenza, più rigido è il clima della zona e, di conseguenza, maggiore è la necessità di riscaldamento.

Le zone climatiche in Italia

Le zone climatiche sono suddivise in base ai Gradi Giorno in questa modalità:

  • Zona A: Fino a 600 GG (Lampedusa e Porto Empedocle).
  • Zona B: Tra 601 e 900 GG (Palermo, Reggio Calabria).
  • Zona C: Tra 901 e 1400 GG (Napoli, Bari).
  • Zona D: Tra 1401 e 2100 GG (Roma, Firenze).
  • Zona E: Tra 2101 e 3000 GG (Milano, Torino).
  • Zona F: Oltre 3001 GG (Cuneo, Belluno).

Se non si ha chiara la propria zona di appartenenza, se si vuole conoscere in dettaglio la normativa per la propria zona, è possibile consultare il sito del proprio comune o dell’Agenzia Nazionale per l’Energia e l’Ambiente, dove sono disponibili  tutte le informazioni aggiornate.

Il calendario di accensione dei riscaldamenti 2024-2025

Sulla base dei gradi giorno cosi calcolati, il calendario di accensione per il 2024-2025 prevedrà quindi una griglia di possibilità di accensione diverse in base alla zona climatica. A partire da quella più fredda, la F, dove non vi sarà nessuna limitazione di orario né di date. Se si risiede nella zona E si saranno già potuti iniziare ad accendere i riscaldamenti dal 15 ottobre e fino al 15 aprile, per una durata fino a 14h giornaliereDodici le ore possibili nella zona D, si potrà accendere dal 1° novembre al 15 aprile. In zona C, dal 15 novembre al 31 marzo, si potranno accendere i riscaldamenti per 10 ore. Zona B, 8 ore dal 1° dicembre al 31 marzo, nella zona A invece dal 1° dicembre al 15 marzo, per una durata di 6 ore.

Per tutta Italia, indipendentemente dalla zona climatica, la normativa stabilisce che il riscaldamento può essere acceso in fasce orarie giornaliere, a partire dalle 5 del mattino e fino alle 23 della sera. All’interno di queste fasce orarie sarà possibile per ogni condominio, se dotato di riscaldamento centralizzato, decidere in autonomia i momenti di accensione e spegnimento, rispettando le ore massime di accensione per ogni zona climatica di pertinenza. La temperatura interna alle abitazioni massima consentita, secondo la legge, è fissata a 20°C, con una tolleranza di 2°C in più o in meno, sia per edifici privati che pubblici. Senza eccedere nei consumi ciascuno potrà dimostrare la propria attenzione e riguardo per l’ambiente e la collettività.

Riferimenti per orari di accensione e spegnimento nei condomini

Per determinare orari di accensione e spegnimento in condomini composti da più unità abitative, oltre alla normativa nazionale generale, il primo riferimento è il regolamento condominiale. In alcuni casi, questo documento prevede già delle fasce orarie prestabilite per l’accensione e lo spegnimento del riscaldamento, in caso contrario la decisione viene presa in assemblea condominiale, ogni anno, prima dell’inizio delle accezioni definite dalla propria appartenenza territoriale, con la supervisione e il coordinamento dell’amministratore.

Stabilire gli orari di accensione del riscaldamento non avrà effetti solo sul benessere dei residenti, ma anche sui costi dell’impianto sia per le tasche del singolo che per l’ambiente e la collettività. Un uso efficiente del riscaldamento centralizzato infatti, permettendo riduzione dei costi per i singoli condòmini, potrà sviluppare anche un minore impatto ambientale e inquinante, soprattutto se prendiamo in considerazione i condomini più vetusti, con basse classi energetiche o impianti poco efficienti.

Anche chi deve decidere solamente per se stessi, essendo dotato di un riscaldamento autonomo è comunque tenuto a rispettare il limite delle ore di accensione giornaliera e i periodi stabiliti per la propria zona climatica. Un uso responsabile dell’energia può contribuire alla riduzione dell’inquinamento e a migliorare la salute anche del nostro portafoglio.

Alcuni accorgimenti utili

Piccoli accorgimenti quali ad esempio installare valvole termostatiche che permettono di regolare la temperatura in ogni stanza possono ridurre i consumi, così come si possono evitare dispersioni di calore con un buon isolamento di finestre e porte. Una manutenzione periodica dell’impianto, con controlli regolari anche dei fumi di scarico, lo renderà più efficiente, pulito e ridurrà i consumi. Infine le nuove tecnologie possono aiutare molto, con possibilità di usare cronotermostati per programmare l’accensione e lo spegnimento degli impianti, così come i sistemi di domotica che permettono controllo di umidità, temperatura, accensione e spegnimento da remoto in base ai dati rilevati in casa di temperatura, sole, umidità etc…

Deroghe alle limitazioni

Limitazioni e stringenti prescrizioni non valgono però per la totalità degli edifici. Alcune tipologie di strutture che, per ragioni legate alla salute o all’attività svolta, possono accendere i riscaldamenti senza restrizioni di orario. Questo vale per cliniche, ospedali e case di cura, Strutture di assistenza per minori, anziani o persone non autosufficienti, ma anche scuole materne e asili nido, piscine, saune e impianti sportivi.

I controlli da parte dei Comuni

Comuni e altri enti locali possono effettuare controlli su segnalazioni specifiche oppure attraverso ispezioni a campione, per assicurarsi che gli impianti funzionino correttamente. Ricordiamo che in condominio, quanto nella nostra villetta autonoma, quando le normative riguardanti l’accensione, lo spegnimento, la temperatura degli impianti di riscaldamento non vengono rispettate, si possono ricevere delle sanzioni con multe che potranno essere elevate non solo all’amministratore del condominio, ma anche ai singoli condomini.