La crisi climatica e ambientale non risparmia nemmeno gli oceani e ancora una volta si superano record e si generano preoccupazioni: il Mar Mediterraneo è il tratto più colpito dal fenomeno.
Il 2023 si apre con la notizia di un nuovo record relativo al riscaldamento dell’Oceano accompagnato da un aumento della stratificazione e dalla variazione di salinità delle acque che prefigurano quale sarà il futuro del mare in un clima in continuo riscaldamento
A rendere pubblici i dati lo studio Another year of record heat for the oceans, pubblicato sulla rivista Advances in Atmospheric Science.
Secondo questo reportnel 2022, per il settimo anno consecutivo, il contenuto termico delle acque dell’oceano ha segnato un nuovo record.
Nello specifico, rispetto al valore record raggiunto nel 2021, il contenuto di calore dell’oceano (OHC, Ocean Heat Content), stimato nel 2022 tra la superficie e i 2000m di profondità, è aumentato di circa 10 Zetta Joule (ZJ), equivalenti a circa 100 volte la produzione mondiale di elettricità del 2021, circa 325 volte quella della Cina, 634 volte quella degli Stati Uniti e poco meno di 9.700 volte quella dell’Italia.
Per dare un’idea della enormità del valore di energia accumulato, 10 ZJ di calore possono mantenere in ebollizione 700 milioni di bollitori da 1,5 litri di acqua per tutta la durata dell’anno.
Riscaldamento degli oceani: maglia nera per il Mar Mediterraneo
Il Mediterraneo, come nel 2021, si conferma il bacino che si scalda più velocemente tra quelli analizzati nello studio.
Tre gli indicatori chiave del cambiamento climatico relativi all’oceano confermano il continuo aumento della temperatura:
- livelli sempre più elevati di salinità
- la separazione dell’acqua in strati che può ridurre fino ad annullare il rimescolamento
- e gli scambi tra la superficie e le zone più profonde.
Tutto ciò contribuisce a ridurre la biodiversità marina, inducendo ad esempio specie ittiche importanti a spostarsi, provocando situazioni critiche nelle comunità dipendenti dalla pesca e la loro economia, originando quindi un effetto a catena sul modo in cui le popolazioni interagiscono con il proprio ambiente circostante.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it