norma uni 10200La norma Uni 10200, necessaria per la ripartizione delle spese del riscaldamento a seguito della termoregolazione e contabilizzazione, ritorna in inchiesta pubblica.

 


Si allungano i tempi per la nuova norma Uni 10200, necessaria per la ripartizione delle spese del riscaldamento a seguito della termoregolazione e contabilizzazione. Era già entrata in «inchiesta pubblica» subito dopo l’emanazione del Dlgs 102/2014. La Commissione Tecnica del Comitato Termotecnico Italiano (Cti), richiamata per esaminare le osservazioni pervenute, ha apportato al testo inizialmente licenziato modifiche tali da far ritenere necessario l’apertura di una nuova inchiesta pubblica.

 

Questa dovrebbe avere luogo entro poche settimane e durerà 60 giorni. La nuova norma Uni 10200 quindi non potrà vedere la luce, approssimativamente, prima di 3-4 mesi. La stessa dovrà essere obbligatoriamente applicata fatti salvi quegli edifici nei quali vi siano differenze di fabbisogno termico tra unità immobiliari superiori al 50%. In questo caso i condòmini potranno scegliere se applicarla o se suddividere la spesa attribuendo una quota di almeno il 70% agli effettivi prelievi volontari di energia termica e la restante parte sulla base, per esempio, di tabelle millesimali già in uso.

 

È proprio in tale contesto che si inserisce la UNI 10200, norma tecnica elaborata dalla Commissione Tecnica 803 del CTI a supporto delle disposizioni legislative in materia di ripartizione delle spese. La norma infatti fornisce i criteri per ripartire la spesa totale di riscaldamento e acqua calda sanitaria e si applica agli edifici di tipo condominiale dotati di impianti termici centralizzati. Come verrà spiegato in seguito, la UNI 10200 distingue i consumi volontari di calore delle singole unità immobiliari, da tutti gli altri consumi involontari ovvero essenzialmente le perdite della rete di distribuzione