La compravendita di titoli per la partecipazione al bando per le supplenze del personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola rappresenta un episodio grave e inaccettabile, che il Ministero condanna con fermezza.
Lo fa sapere il ministero dell’Istruzione, nella serata del 4 novembre, a seguito del recente servizio radiotelevisivo di “Striscia la notizia” (andato in onda pochi giorni fa) sui “mercato” fiorente per incrementare punteggi nelle graduatorie d’Istituto Ata, chiuse pochi giorni fa (l’ultimo giorno per la presentazione dei titoli è stato il 30 ottobre) e a cui hanno presentato domanda centinaia di migliaia di candidati.
Nel servizio, si ascolta una persona, sembra una sindacalista, che in cambio di 2mila euro asserisce di poter fornire (in un solo giorno!) un titolo di studio utile ad inserirsi nella graduatoria d’Istituto.
Il Miur – si legge nella nota – si è subito attivato per ottenere i necessari chiarimenti da parte del sindacato interessato che, nel frattempo, ha sporto denuncia. La Procura è stata interessata dei fatti e sta indagando.
“Bene ha fatto il sindacato a denunciare, ma il Ministero – scrivono da Viale Trastevere – chiederà formalmente che si vigili con maggiore attenzione e che sia verificato immediatamente quanto accaduto nell’ufficio oggetto del servizio affinché siano forniti rapidamente al Miur tutti gli elementi per poter accertare, in parallelo alle indagini, la quantità e la qualità del danno causato”.
“Il Ministero, per far sì che nessuna candidata e nessun candidato siano danneggiati in alcun modo, chiederà anche la collaborazione delle altre istituzioni competenti per il rilascio dei titoli di qualifica oggetto del mercato emerso nel servizio televisivo affinché siano attivati ulteriori controlli e ispezioni”.
Nel frattempo il Ministero precisa che “non si tratta di un bando di concorso per l’assunzione a tempo indeterminato, ma delle graduatorie di istituto per le supplenze che prevedono dei tempi di perfezionamento durante i quali le indagini della Procura faranno il loro corso consentendo quindi ulteriori interventi sui casi specifici”.