“Siamo a un tornante della storia e dobbiamo approfittarne, perché il Paese ha avuto un’accelerazione sul processo di riforma che mette i Comuni al centro delle trasformazioni, con un ruolo che va al di là della loro stessa rappresentanza dei confini locali. Dobbiamo però osservare che non abbiamo assistito alla stessa capacità del governo di mettere a disposizione le risorse necessarie per dare il via ai nuovi soggetti istituzionali, determinando il rischio che si perda grande occasione”. Con queste parole Roberto Scanagatti, Presidente di Anci Lombardia ha aperto i lavori di RisorseComuni, la rassegna dedicata agli enti locali promossa da Anci Lombardia, che si è paerta oggi a Milano con la partecipazione tra gli altri di Umberto Di Primio, vice presidente di Anci nazionale, sindaco di Chieti e delegato sulla riforma della PA.
In merito al riassetto territoriale Scanagatti ha evidenziato come “sulle gestioni associate la base di partenza deve essere quella della scelta, per cui vi siano soluzioni coerenti con caratteristiche territori. Così si restituisce responsabilità ai comuni nelle scelte”. La preoccupazione più grande riguarda però i nuovi enti di area vasta che versano in una “situazione drammatica dal punto di vista finanziario, per cui i bilanci delle province si sono chiusi solo grazie ad operazioni di maquillage, mentre rimangono le strade provinciali piene di buchi e i merito al trasporto pubblico locale non riusciamo a chiudere contratti per il 2016”.
Per Scanagatti quindi “nel riflettere sulle riforme dobbiamo pensare non solo al futuro ma anche al domani”. Pensando al domani il riferimento è alla legge di stabilità che per il presidente di ANCI Lombardia ha “alcune ombre ma mostra molte luci”, anche se nel provvedimento non ha trovato spazio spazio la “local tax, che si fonda sul principio potestà impositiva dei comuni”, che permetterebbe di “introdurre principi di equità nel rapporto tra il territorio e i cittadini”.
Un problema scottante per i comuni è infine quello relativo al personale, perché per il Presidente di ANCI Lombardia “il vincolo del 25% del turnover inserito nella legge di stabilità rischia di bloccare i servizi”. Per Umberto Di Primio, il problema del personale dei Comuni è di fondamentale importanza perché oggi “il 12% dei lavoratori nei comuni ha meno di 40 anni, è solo il 2 dei dirigenti comunali ha meno di 40 anni”. Per questo, di fronte alla norma contenuta nella Legge di stabilità che fissa al 25% il limite del turnover nei comuni, il vice presidente Anci si chiede se “quando si adotta una norma a Roma e la si cala in tutti i comuni, il legislatore sa quale impatto avrà quella norma a livello locale?”.
Per Di Primio “le riforme erano necessarie ma è irresponsabile la mossa del governo che introduce il blocco del 25%” perché “in questo modo sono tagliati fuori dal mondo del lavoro molte persone” che possono rinnovare l’azione degli enti locali. Sul tema del lavoro il sindaco di Chieti chiede che sia posta “molta attenzione alla selezione delle risorse” e auspica che “anche per i dirigenti della PA sia introdotto l’obbligo dell’aggiornamento”.
Di Primio ha quindi avanzato delle osservazioni sulla “Legge di stabilità, che ci permette di respirare un po’, dopo che negli ultimi 7 anni i comuni hanno pagato un prezzo pari a 17 miliardi di euro”, ma questa “legge, comunque, ancora non comprende le reali esigenze del paese e dei comuni”. Ancora una volta, secondo Di Primio, il governo non sembra capire che “operare sui comuni significa operare sui soggetti che incidono direttamente su vita dei cittadini”.