Servizio civile universale, revisione della disciplina tributaria per gli enti no profit e revisione della disciplina contenuta nel codice civile in materia di associazioni e fondazioni. Sono queste le linee generali del testo del disegno delega di riforma del terzo settore approvato ieri in via definitiva dalla Camera dopo un percorso durato oltre due anni. Il Governo dovrà, in particolare, introdurre misure agevolative e di sostegno economico in favore degli enti del Terzo settore e provvedere ad un riordino e armonizzazione della relativa disciplina tributaria e delle diverse forme di fiscalità di vantaggio degli operatori del settore. Nello specifico l’esecutivo dovrà provvedere all’introduzione di una nuova definizione di ente non commerciale ai fini fiscali e introdurre un regime tributario di vantaggio per tali enti che dovrà “tener conto” di più fattori tra cui le finalità (solidaristiche e di utilità sociale) dell’ente, il divieto di qualsiasi ripartizione degli utili o avanzi di gestione, l'”impatto sociale” delle attività svolte.
Si rimetterà mano, poi, alla riforma dell’istituto del ‘cinque per mille‘, con la revisione dei criteri di accreditamento degli enti beneficiari e la semplificazione delle procedure per l’erogazione dei contributi loro spettanti e con l’introduzione di obblighi di pubblicità e trasparenza, presidiati da sanzioni, per i beneficiari. Si completerà, in questo modo, la riforma già oggetto della delega fiscale che chiede al Governo la stabilizzazione dell’istituto della destinazione del 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche in base alle scelte espresse dai contribuenti. Tra gli altri criteri della Delega c’è una razionalizzazione dei regimi fiscali e contabili semplificati e l’introduzione per le imprese sociali di misure agevolative così per gli investimenti di capitale come di misure per la raccolta di capitali di rischio tramite portali telematici (il cd. equity crowdfunding già attualmente previsto per le cd. start-up innovative).
Completano il pacchetto di misure fiscali per il terzo settore l’istituzione (e relativa disciplina) di un Fondo rotativo per il finanziamento a condizioni agevolate degli enti del Terzo settore e delle imprese sociali in beni strumentali; la diffusione dei titoli di solidarietà ed altri strumenti di finanza sociale; l’assegnazione di immobili pubblici inutilizzati nonché (tenuto conto della speciale disciplina di siffatta materia) dei beni (mobili e immobili) confiscati alla criminalità organizzata; la previsione di agevolazioni per il trasferimento di beni patrimoniali agli enti del Terzo settore; la revisione della disciplina delle ONLUS in particolare prevedendo una “migliore definizione delle attività istituzionali e di quelle connesse”. Sono ad ogni modo ribaditi sia il vincolo di non prevalenza delle attività connesse sia il divieto di qualsiasi distribuzione di utili o di avanzi di gestione.
Altro capitolo affrontato dalla Delega è la razionalizzazione e semplificazione delle agevolazioni fiscali (deducibilità e detraibilità) per le erogazione liberali dei contribuenti a tali società. La normativa vigente prevede diverse agevolazioni poco coordinate tra loro.
Si tratta, per ora, di una riforma solo abbozzata nei suoi contenuti generali, che dovranno essere poi dettagliati con i decreti legislativi di attuazione. Quindi è impossibile al momento, avere un’idea chiara su come cambieranno delle regole fiscali relative al mondo del terzo settore. Per una volta, però, la Delega va salutata con favore. Il governo sembra essersi, infatti, reso conto che l’apparato statale, con le continue riforme, è divenuto in questi anni sempre meno in grado di rispondere alle richieste di assistenza e di welfare che provengono dalle famiglie e da fasce sempre più ampie della popolazione. Ben venga, pertanto, una disciplina fiscale che favorisca le strutture privatistiche che si rivolgono al sociale prendendo posto progressivamente dell’apparato pubblico nella fornitura di numerosi servizi di utilità collettiva.
Da segnalare anche l’istituzione del servizio civile universale e la messa a punto di un registro unico del terzo settore, da istituirsi presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali con la previsione dell’obbligatorietà dell’iscrizione ad esso per tutti gli enti che si avvalgono di fondi pubblici o privati raccolti attraverso pubbliche sottoscrizioni, nonché di fondi europei.