riforma-del-catasto-2022La riforma del catasto discussa nei primi mesi di questo 2022, voluta dal governo Draghi e inserita nella delega fiscale, cosa prevede nello specifico?


Una Riforma che in questi giorni ha spaccato la maggioranza di Governo, facendo rischiare una crisi politica che andrebbe a cadere nel momento meno opportuno.

Ma quali sono i punti che hanno infuocato il dibattito politico?

E cosa prevede nello specifico questa riforma che sta facendo così tanto discutere.

Riforma del Catasto per il 2022: cosa prevede?

Come risaputo, per catasto si intende l’insieme di documenti, mappe e atti, che descrivono i beni immobili (indicando luoghi e confini), nome dei possessori, rendite, ed eventuali vincoli o diritti su di essi.

Nel corso degli anni si è tentato di riformare la materia, ma solo adesso sembra essere arrivato il momento di una revisione complessiva della sua struttura.

La riforma del catasto è in questo caso parte del piano di revisione del sistema fiscale.

Sono previste modifiche legislative per fare emergere immobili e terreni non accatastati correttamente o “fantasma” cioè proprio non registrati e per i quali i proprietari non pagano tasse.

Con questo nuovo testo, dal 1° gennaio 2026 risulteranno integrate le informazioni presenti nel catasto dei fabbricati, attribuendo all’unità immobiliare un valore patrimoniale e una rendita attualizzata sulla base dei valori di mercato.

E ancora, per le unità immobiliari riconosciute di interesse storico o artistico, verrebbero introdotti sgravi che tengono conto dei costi manutenzione e conservazione.

Un’analisi sull’impatto della riforma sottolinea che la normativa non andrebbe a produrre ripercussioni fiscali dirette. Tuttavia, segnala come sarebbero 39 milioni le persone fisiche e 1,5 milioni quelle giuridiche a essere “interessate” dalla riforma.

E anche questo ha contribuito a rendere caldo l’argomento.

L’articolo 6 che ha quasi scatenato una crisi politica

In particolare a dividere le parti politiche è l’articolo 6 della legge delega per la riforma fiscale, con cui il Parlamento ha demandato all’esecutivo il compito di occuparsi della materia.

Questo articolo prevede la delega al Governo per l’adozione di norme per modificare il sistema di rilevazione catastale degli immobili, prevedendo nuovi strumenti da mettere a disposizione dei comuni e all’Agenzia delle entrate: l’obiettivo è facilitare l’individuazione e la corretta classificazione degli immobili.

La norma indica i principi e i criteri direttivi che dovranno essere utilizzati per l’integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati sopra citata, che dovranno essere disponibili dal 1° gennaio 2026.

Informazioni che però non saranno essere utilizzate per la determinazione della base imponibile dei tributi derivanti dalle risultanze catastali né per finalità fiscali.

Il timore della Lega, che aveva presentato un emendamento alla riforma alla fine bocciato, era quello che la riforma, così come è pensata, andrebbe essenzialmente a tassare ulteriormente le proprietà immobiliari degli italiani.

Dopo questo voto che porta all’aumento delle tasse sulla casa per gli italiani, svelando le vere intenzioni di centrosinistra e 5s, da oggi ci sentiamo liberi di votare secondo quelle che sono le indicazioni della politica fiscale da sempre della Lega, che sono flat tax, regimi speciali, cedolare secca, semplificazioni, battaglia sulle cartelle, saldo-acconto“, hanno detto Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli dopo il voto sul catasto in commissione Finanze della Camera. “E voteremo con chiunque ci appoggi su queste proposte“.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it