Riforma Copyright 2019, Parlamento UE al voto finale. Si sono decise le sorti con quest’ultimo voto: la Commissione ha infatti approvato le misure proposte.
Si è svolto oggi a mezzogiorno l’atto finale. L’ultimo e decisivo voto da parte del Parlamento europeo su un testo in discussione da tre anni, passato già due volte dall’aula ed emendato in lunghi negoziati tra Strasburgo, Commissione Ue e governi.
Il Parlamento Europeo radunato in sessione plenaria a Strasburgo ha infatti votato a favore della riforma del copyright.
Alla votazione decisiva hanno votato a favore 348 europarlamentari, mentre 274 hanno votato contro e 36 si sono astenuti.
Breaking: EU Copyright directive passes – 348 votes to 274 pic.twitter.com/HPnDfC8HAc
— Mehreen (@MehreenKhn) 26 marzo 2019
Il percorso
La proposta di riformare il diritto d’autore nasce dalla constatazione delle difficoltà che caratterizzano oggi la tutela del diritto d’autore nel mondo digitale. Il diritto d’autore e i diritti connessi sono diritti di proprietà intellettuale esclusivi, che proteggono, con qualche eccezione, il lavoro dell’autore o del creatore (un libro, un film, un software, eccetera) e gli interessi di coloro, come gli editori o le televisioni, che contribuiscono a rendere le opere disponibili al pubblico.
La riforma ha fatto la sua ultima tappa in aula dopo l’intesa raggiunta il 13 febbraio dal cosiddetto trilogo (come si chiamano, in gergo, i negoziati interistuzionali fra Parlamento e Consiglio Ue, con la Commissione nella veste di facilitatore) e l’approvazione della commissione giuridica del Parlamento alla fine dello stesso mese.
Una riforma che ha diviso
Lega e M5s hanno marciato compatti con il ‘no’ alla riforma, mentre Pd e Forza Italia hanno sostenuto di votare a favore.
©️#Copyright: Stop a pressioni indebite su Parlamentari europei. Ora basta! Lasciamoli votare#CopyrightDirective pic.twitter.com/xZrAb3qP4K
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) 26 marzo 2019
Wikipedia in questi giorni ha anche oscurato la sua pagina italiana in vista del voto e le sue voci rimandavano a un banner informativo sulla riforma. Iniziativa già portata avanti qualche mese fa.
Secondo Wikipedia la comunità
“si è schierata nuovamente a favore di un’azione forte di protesta, volta a far sapere al maggior numero possibile di cittadini come la nuova direttiva potrà influire negativamente sulla libertà di espressione e la partecipazione online”.
Infine una petizione online su Change.org, intitolata «Save the internet», ha raggiunto già oltre cinque milioni di adesioni.
Adesso bisogna aspettare le reazioni e capire le ripercussioni (potenzialmente enormi) sul mondo del web e dell’editoria.