riforma-copyright-2019-parlamento-ueRiforma Copyright 2019, Parlamento UE al voto finale. Si sono decise le sorti con quest’ultimo voto: la Commissione ha infatti approvato le misure proposte.


Si è svolto oggi a mezzogiorno l’atto finale. L’ultimo e decisivo voto da parte del Parlamento europeo su un testo in discussione da tre anni, passato già due volte dall’aula ed emendato in lunghi negoziati tra Strasburgo, Commissione Ue e governi.

Il Parlamento Europeo radunato in sessione plenaria a Strasburgo ha infatti votato a favore della riforma del copyright.

Alla votazione decisiva hanno votato a favore 348 europarlamentari, mentre 274 hanno votato contro e 36 si sono astenuti.

 

Il percorso

La proposta di riformare il diritto d’autore nasce dalla constatazione delle difficoltà che caratterizzano oggi la tutela del diritto d’autore nel mondo digitale. Il diritto d’autore e i diritti connessi sono diritti di proprietà intellettuale esclusivi, che proteggono, con qualche eccezione, il lavoro dell’autore o del creatore (un libro, un film, un software, eccetera) e gli interessi di coloro, come gli editori o le televisioni, che contribuiscono a rendere le opere disponibili al pubblico.

La riforma ha fatto la sua ultima tappa in aula dopo l’intesa raggiunta il 13 febbraio dal cosiddetto trilogo (come si chiamano, in gergo, i negoziati interistuzionali fra Parlamento e Consiglio Ue, con la Commissione nella veste di facilitatore) e l’approvazione della commissione giuridica del Parlamento alla fine dello stesso mese.

Una riforma che ha diviso

Lega e M5s hanno marciato compatti con il ‘no’ alla riforma, mentre Pd e Forza Italia hanno sostenuto di votare a favore.

Wikipedia in questi giorni ha anche oscurato la sua pagina italiana in vista del voto e le sue voci rimandavano a un banner informativo sulla riforma. Iniziativa già portata avanti qualche mese fa.

Secondo Wikipedia la comunità

“si è schierata nuovamente a favore di un’azione forte di protesta, volta a far sapere al maggior numero possibile di cittadini come la nuova direttiva potrà influire negativamente sulla libertà di espressione e la partecipazione online”.

Infine una petizione online su Change.org, intitolata «Save the internet», ha raggiunto già oltre cinque milioni di adesioni.

Adesso bisogna aspettare le reazioni e capire le ripercussioni (potenzialmente enormi) sul mondo del web e dell’editoria.