Ecco qual è stato l’impatto sugli appalti pubblici a seguito della riforma del Codice dei Contratti e della rimodulazione del PNRR: uno studio condotto dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB) e dall’Istituto Regionale per la Programmazione Economica della Toscana (IRPET) fa il punto.
Il dossier analizza gli effetti della recenti modifiche alla gestione degli appalti e ai tempi di realizzazione delle opere. Si tratta di risultati che, complessivamente, sollevano interrogativi sulla frequente instabilità normativa del settore.
I dati evidenziano una riduzione del 5,4% nell’utilizzo delle procedure aperte, accompagnata da un leggero aumento nel ricorso alle Centrali di committenza intercomunali. Inoltre, si registra una diminuzione media di nove giorni nella fase di affidamento, con un’accelerazione più marcata nel Mezzogiorno. Tuttavia, la revisione del PNRR ha generato ritardi medi del 14,2% nell’esecuzione dei lavori, penalizzando in particolare i piccoli Comuni. Tali risultati sollevano dubbi sull’incertezza normativa che caratterizza il settore.
La Riforma del Codice dei Contratti
A partire da giugno 2023, il nuovo Codice dei contratti (D.Lgs. 36/2023) ha introdotto una revisione complessiva delle normative esistenti, consolidando le modifiche adottate durante la crisi pandemica. Le innovazioni mirano a semplificare le procedure di appalto e accelerare la realizzazione delle opere pubbliche.
Tra i principali cambiamenti emerge il ritorno all’affidamento diretto per gli appalti fino a 150.000 euro (140.000 per i servizi), nonché la possibilità di ricorrere a procedure negoziate senza pubblicazione del bando per importi entro la soglia europea. Inoltre, il nuovo Codice promuove un maggiore utilizzo della digitalizzazione e delle Centrali di committenza qualificate per rendere più efficiente la gestione degli appalti.
Gli effetti della rimodulazione del PNRR
Parallelamente all’entrata in vigore del nuovo Codice, la rimodulazione del PNRR ha introdotto un ulteriore elemento di instabilità nel settore degli appalti. Le modifiche, spesso annunciate con largo anticipo rispetto alla loro effettiva definizione, hanno creato incertezza tra le amministrazioni locali, rallentando l’attività di procurement fino all’approvazione definitiva del nuovo assetto del PNRR, avvenuta l’8 dicembre 2023.
Secondo lo studio UPB-IRPET, il ritardo medio accumulato nei lavori pubblici a causa di queste incertezze si attesta intorno al 14,2%, con un impatto più significativo per i Comuni di piccole dimensioni, spesso meno attrezzati per gestire le continue modifiche normative.
Quale impatto sugli appalti pubblici?
Nonostante l’obiettivo dichiarato di semplificare e accelerare gli appalti pubblici, la combinazione tra la riforma del Codice e le ripetute revisioni del PNRR ha determinato un quadro complesso per le amministrazioni locali. L’adattamento alle nuove procedure e l’incertezza generata dalle modifiche al Piano hanno reso più difficoltosa la programmazione delle opere.
Il Governo ha già avviato un iter di revisione del Codice, approvando il 21 ottobre 2024 uno schema di decreto correttivo. Tuttavia, restano aperti interrogativi sull’efficacia delle nuove misure e sulla stabilità normativa del settore, un fattore cruciale per garantire la tempestiva realizzazione degli investimenti pubblici.