La gestione dei rifiuti a Roma risulta complicata come in nessuna altra città d’Italia. Il caos rifiuti che ha investito la Capitale mette in evidenza l’inefficienza del sistema e fa della città la macchina più costosa di smaltimento mai vista nel settore. Ma non tutto è così evidente: un’indagine portata avanti da Codici mostra quanto il comportamento dei cittadini gravi su una situazione già di per sé tragica, rendendo le strade della città una discarica a cielo aperto. Il mancato senso civico dei cittadini sembra essere determinante, in alcune zone in particolare.
Oltre alle solite periferie, il decoro urbano è profondamente intaccato anche nelle aree centrali della città: Tiburtino- Nomentano, Casalbertone, Prenestino, S.Giovanni, Ostiense, Marconi. Zone densamente popolate, snodo fondamentale per i romani e anche per i turisti che ogni giorno popolano le strade della capitale. E’ emerso, tra le altre cose, come queste siano anche le mete più ambite dagli studenti fuori sede. E’ probabile che, in occasione dei cambi stagionali di abitazione, non si presti la giusta attenzione allo smaltimento dei rifiuti. Di conseguenza è facile vedere, abbandonati nei pressi dei cassonetti, lavatrici, materassi, reti, televisioni, rifiuti ingombranti che necessitano di una raccolta specifica per garantire lo giusto smaltimento e che invece vengono gettati direttamente in strada, senza alcuna considerazione o accortezza.
Fino a qualche mese fa Ama prevedeva anche un servizio di raccolta a domicilio per il recupero rifiuti ingombranti, ora sospeso temporaneamente, almeno fino all’uscita di un nuovo bando di gara. I prezzi della raccolta a domicilio, in particolare per coloro sprovvisti di un mezzo di trasporto proprio, quindi pensiamo agli studenti fuori sede, agli stranieri, a tutti coloro che si spostano a Roma per motivi di lavoro o studio e vivono in appartamenti in affitto, risulta forse troppo esosa. Ma questa non può essere una scusa visti i molti servizi messi a disposizione da Ama per la raccolta di rifiuti ingombranti, apparecchiature elettriche ed elettroniche, elettrodomestici e rifiuti speciali.
Ama, infatti, prevede:
- I Centri di Raccolta, strutture gratuite attrezzate per la raccolta e l’avvio al recupero di rifiuti, però, non presenti in tutte le zone e la raccolta di diverse tipologie di materiali. L’ingresso nei centri di raccolta è consentito ai soli utenti privati, alla guida di veicoli di peso inferiore ai 35 quintali.
- Le raccolte domenicali, con l’iniziativa “Il tuo quartiere non è una discarica” per incentivare la raccolta differenziata gratuita dei materiali ingombranti, elettrici, elettronici.
Una città come Roma, che diventa culla ospitale per i tanti universitari e lavoratori proveniente da ogni parte della penisola, non può essere ridotta in una situazione di assoluto degrado per la noncuranza dei suoi abitanti. E’ un atteggiamento che non può essere più tollerato. La situazione non migliora in altri ambiti: si pensi ad esempio ai mercati rionali, in cui scarti organici di carne e di pesce, gettati insieme alle cassette di polistirolo, diventano non solo una bomba ecologica a forte impatto ambientale, ma anche fonte di odori nauseabondi intollerabili per i residenti. Al centro di questo circolo vizioso c’è il cittadino che con i suoi comportamenti dovrebbe favorire la tutela dell’ambiente e lo sviluppo dell’economia circolare e invece rende il tutto più difficile.
Soltanto con la responsabilità individuale – dichiara Luigi Gabriele Affari Istituzionale Codici – può crescere la raccolta differenziata. Le proposte che avanziamo sono chiare: innanzitutto bisogna far sparire dalla città i secchi dell’immondizia per favorire e dare il via, una volta per tutte e in maniera incisiva, alla raccolta porta a porta dei rifiuti; in contemporanea è necessario avviare una campagna educativa volta alla sensibilizzazione del tema dell’impatto rifiuti sull’ambiente e della corretta gestione degli stessi, non solo nelle scuole ma anche sul posto di lavoro; prevedere sanzioni per tutti coloro che gettano rifiuti ingombranti in maniera illegale e utilizzare i fondi provenienti da tali sanzioni per finanziare programmi per la raccolta differenziata.