Dopo l’approvazione dello scorso dicembre, vediamo come fare la richiesta per il certificato per l’oblio oncologico.


La legge sull’oblio oncologico è stata approvata definitivamente a dicembre 2023, per poi entrare in vigore ufficialmente lo scorso 2 gennaio.

Il diritto all’oblio oncologico assicura, ai cittadini in stato di guarigione clinica, la possibilità di esercitare i propri diritti, in condizione di uguaglianza, rispetto al resto della popolazione.

Questo diritto permette alle persone guarite da una patologia oncologica di non fornire informazioni e di non subire indagini sulla pregressa condizione sanitaria.

Si applica in diversi campi, come i servizi bancari, i concorsi pubblici, le adozioni e il lavoro come dichiarato, appunto, nella Legge n°193/2023.

L’oblio oncologico scatta dopo che sono trascorsi:

  • 10 anni;
  • 5 anni, nel caso in cui la patologia sia insorta prima del compimento del 21° anno di età.

È stato pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale, il secondo decreto attuativo, che stabilisce le modalità per il rilascio di un certificato che attesta l’avvenuto oblio e servirà agli ex pazienti per modificare clausole peggiorative presenti nei contratti, come mutui e assicurazioni.

Vediamo come richiederlo.

Oblio oncologico: ecco come fare richiesta del certificato

Il decreto stabilisce che il soggetto interessato, già paziente oncologico, presenti

“un’istanza eventualmente corredata dalla relativa documentazione medica, di rilascio del certificato che attesta l’avvenuto oblio oncologico, a una struttura sanitaria pubblica o privata accreditata o ad un medico dipendente del Ssn nella disciplina attinente alla patologia oncologica di cui si chiede l’oblio o al medico di medicina generale oppure al pediatra di libera scelta”.

Come si legge nel decreto, la certificazione viene rilasciata entro 30 giorni dalla richiesta, se sussistono, a giudizio della struttura o del medico certificante, i presupposti temporali richiesti dalla legge.

Il certificato, però, non servirà a tutti gli ex pazienti.

L’oblio oncologico, come affermato dal presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), Franco Perrone, è

“già un diritto sancito dalla legge che prevede che queste persone non siano più obbligate, trascorso il lasso di tempo dal termine dei trattamenti indicato per le varie neoplasie e che può variare da 1 a 5 o 10 anni, a fornire informazioni né a subire indagini in merito alla propria pregressa neoplasia”. Dunque, chiarisce, “l’oblio è già previsto e non c’è bisogno che una persona dichiari o certifichi la sua condizione di ex paziente”.

Sarà necessario, invece, se un ex paziente ha già in essere un mutuo o un’assicurazione stipulati prima dell’entrata in vigore della legge e caratterizzati da clausole o tassi peggiorativi per il fatto di aver dichiarato di avere una neoplasia.

Queste persone avranno bisogno del certificato, per poter dimostrare di rientrare nell’oblio oncologico, in modo da modificare le condizioni contrattuali e assicurative