renzo-piano-nuovo-ponte-morandi-genovaRenzo Piano presenta il progetto per il nuovo Ponte Morandi di Genova: un nuovo simbolo per una città che non si arrende all’immane tragedia accaduta.


Renzo Piano si è offerto volontariamente, da genovese competente nel campo, di regalare alla città un progetto per il rifacimento del ponte Morandi. Noi abbiamo accettato volentieri l’aiuto, qualche idea ce l’ha già proposta”. Lo ha detto il governatore della Liguria Giovanni Toti al termine dell’incontro con il noto architetto Renzo Piano.

 

Quarantatré pali dell’illuminazione, tante quante sono le vittime del crollo del vecchio Morandi, unica concessione a una linea semplice e pulita, priva di strutture che sovrastino la carreggiata.

 

“Bisogna che la città ritrovi l’orgoglio e il riscatto, bisogna ricostruire questo ponte ma ripensare a tutta quell’area: è da quando il viadotto Morandi è caduto che non smetto di pensarci. Bisogna fare presto ma non in fretta”. Lo dice il senatore a vita e archistar genovese, Renzo Piano, questa mattina nel capoluogo ligure al termine di un incontro nella sede della Regione Liguria con il governatore Giovanni Toti e il sindaco Marco Bucci. Dopo la Torre piloti, il Waterfront di Levante e l’Expo, Piano mette a disposizione il suo team per la ricostruzione del ponte in Valpolcevera, e non solo, come anticipato tre giorni fa dal Guardian. Durante l’incontro, l’archistar avrebbe anche presentato a Toti e Bucci alcuni disegni e ipotesi modellistiche.

 

“I ponti li disegnano e li costruiscono gli ingegneri- precisa Piano- diciamo che un progettista si aiuta con degli oggetti, con degli schizzi. Per ora non si può parlare di disegno progettuale ma di impegno morale a fare in modo che questo nuovo ponte porti con sé i tratti della genovesità, anche della nostra parsimonia. E ci dovrà essere il ricordo della tragedia, il suo elaborarsi nel tempo: questo è un tema molto importante”.

 

L’urbanista ha però in mente un riassetto di tutto il quartiere periferico “denso di attività industriali e binari ferroviari. Il tema della ricucitura tra centro e periferia- ricorda Piano- è nel mio dna. Per Genova quella può essere un’area di grandissima importanza perché la città non può più pensare di svilupparsi sul mare o di aggredire le colline, visti anche i problemi del rischio idrogeologico, quell’area è di enorme interesse”. Un quartiere che potrebbe diventare vera e propria memoria della tragedia, magari con un monumento sul modello di “ground zero” come suggerito da più parti nei giorni scorsi. “L’architettura fa questo- chiosa Piano- celebra e costruisce: le tragedie non si dimenticano, si elaborano”.