Trentaquattro sigle politiche e organizzazioni sindacali hanno depositato un quesito per il referendum abrogativo volto ad eliminare la legge Calderoli sull’autonomia differenziata.


Tra i promotori del referendum figurano personalità di spicco come il segretario della CGIL Maurizio Landini, Elly Schlein del Partito Democratico, Giuseppe Conte del Movimento 5 Stelle e rappresentanti di Alleanza Verdi e Sinistra, tra cui Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni.

L’iniziativa è stata sostenuta anche da figure come Maria Elena Boschi, Riccardo Magi di + Europa e Maurizio Acerbo del Partito della Rifondazione Comunista, insieme ad altri esponenti politici.

Landini ha definito questa battaglia come cruciale, lanciando un appello ai cittadini affinché partecipino attivamente al referendum. Come dichiarato dal segretario della CGIL:

“è necessario abolire la legge sull’autonomia differenziata, che accentua le disparità nei diritti fondamentali come salute, istruzione e lavoro. Questa legge non solo divide il paese, ma rappresenta anche un regresso nei diritti e nelle libertà”, ha aggiunto, sottolineando come il referendum offra ai cittadini uno strumento diretto per decidere sulle loro vite, senza delegare a nessuno.

Il quesito abrogativo per il referendum sull’autonomia differenziata

La legge in questione, approvata recentemente, stabilisce norme per l’attuazione dell’autonomia differenziata tra le regioni a statuto ordinario, conformemente all’articolo 116 della Costituzione italiana. Tale disposizione consente, a determinate regioni, di acquisire maggiore autonomia decisionale su questioni specifiche come istruzione, sanità e politiche del lavoro.

Secondo i critici della legge, questa potrebbe portare a una frammentazione del sistema nazionale e a disparità significative nei diritti e nei servizi offerti ai cittadini in base alla regione di residenza. Sostenitori dell’abrogazione, come Landini e altri promotori del referendum, sostengono che l’autonomia differenziata minacci l’uguaglianza e l’unità nazionale, ponendo in pericolo principi fondamentali di solidarietà e giustizia sociale.

Il quesito referendario presentato recita:

“Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, ‘Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione?”

Il quesito abrogativo è ora in attesa di essere sottoposto al giudizio dei cittadini italiani attraverso il referendum, che rappresenta un mezzo diretto di partecipazione democratica per decidere sull’eliminazione o il mantenimento di una legge controversa. L’esito di questa consultazione popolare avrà conseguenze significative sul futuro assetto istituzionale e sociale del paese, riflettendo la volontà collettiva dei votanti sulla questione dell’autonomia regionale differenziata.

Il dibattito sull’autonomia differenziata e il referendum abrogativo sono pertanto destinati a catalizzare l’attenzione e l’interesse pubblico nei prossimi mesi. Mentre i sostenitori della legge difendono la necessità di una maggiore autonomia regionale per favorire lo sviluppo locale e l’efficienza amministrativa, i critici sollevano preoccupazioni riguardo alla coesione nazionale e alla parità di trattamento dei cittadini italiani ovunque nel paese.

Il referendum si configura quindi come un’opportunità cruciale per i cittadini italiani di esprimere la propria opinione su una questione di rilevanza nazionale, con possibili implicazioni profonde per il futuro del sistema federale italiano e per il concetto stesso di unità nazionale.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it