Il sottosegretario al Lavoro Franca Biondelli ha incontrato le associazioni che presentano il Reddito di inclusione sociale, ma pur esprimendo “comunanza di vedute” sottlinea i “limiti di bilancio”. E rilancia la social card, che però secondo le Acli “non funziona”. E intanto i poveri aspettano
“Con il progetto del Reis il governo ha comunanze di vedute ma ci sono limiti di bilancio con cui si deve fare i conti”. Questa la poco confortante risposta data dal governo – nella persona del sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali Franca Biondelli – alle associazioni che hanno presentato ieri a Roma il Reddito di inclusione sociale, il Reis appunto. In pratica: ci piacerebbe, ma non ci sono i soldi, quindi non se ne fa niente. Almeno per ora.
Certo, Biondelli ha riconosciuto “il lavoro importante svolto dal vasto cartello di soggetti che propone il Reis”, sottolineando che anche la Ue ritiene importante la lotta alla povertà “con il sostegno all’inclusione attiva (Sia)”. “Intendiamo potenziare la sperimentazione Sia, attiva in 12 città del Paese”, ha aggiunto il sottosegretario, “cercando nella legge di stabilità le risorse per estenderla all’intero Paese. Sono stati avviati pagamenti da aprile ad agosto, 50 milioni di euro per le 12 città. Con il progetto del Reis il governo ha comunanze di vedute ma ci sono limiti di bilancio con cui si deve fare i conti”.
Il governo allarga dunque le braccia sul Reis e rilancia con la social card, che però ha già mostrato tutti i suoi limiti e comunque non è, secondo le associazioni dell’Alleanza contro la povertà in Italia (che invece hanno messo a punto il Reis), una soluzione adeguata: “La social card non è la risposta alla povertà in termini strutturali”, ha detto chiaro e tondo Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli. “La proposta avanzata dall’Alleanza contro la povertà in Italia del Reddito di Inclusione Sociale costituisce un metodo di politica sociale, per sottrarre la poca spesa sociale ad una logica di ricerca del consenso”, ha messo in chiaro il sociologo Mauro Magatti.
In ogni caso, l’Alleanza contro la povertà in Italia è determinata a portare avanti il progetto del Reddito di inclusione sociale perché, come ha ricordato Francesco Marsico di Caritas italiana, “essa si fonda su una comune idea di diritti e di come si possa oggi costruire un percorso possibile di contrasto alla povertà”.
Il prof. Cristiano Gori, che ha curato il progetto, ha evidenziato infine che il Reis costituisce una proposta per affrontare in modo organico la povertà che i dati Istat dicono essere raddoppiata negli ultimi sette anni e riguardare ormai il 9,9% della popolazione. “Per questo è urgente avviare un piano nazionale contro la povertà, da subito a partire dal 2015”, coe sottolinea una nota delle Acli, “impiegando inizialmente almeno 1,7 miliardi di Euro per arrivare a regime in un quadriennio ad una spesa di 7,1 miliardi, un centesimo della spesa corrente”.
FONTE: VITA (www.vita.it)
AUTORE: Gabriella Meroni