reddito-di-libertaLa pubblicazione del Decreto in Gazzetta Ufficiale dà il via libera a una misura che è molto importante per chi ha subito violenze ed abusi: ecco in cosa consiste il cosiddetto nuovo Reddito di Libertà.


Si tratta in breve di una misura specifica di sostegno alle donne vittime di violenza, in condizione di povertà materiale, affinché attraverso l’indipendenza economica acquisiscano la loro autonomia ed emancipazione.

Ma in cosa consiste nello specifico? A chi tocca? Come fare a richiederla?

La violenza di genere

Una misura che, ovviamente, assume un valore aggiunto se si considerano alcune recenti statistiche ISTAT in termine di violenza di genere.

Il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale:

  • il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica
  • il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale
  • il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila).

Oltre alla violenza fisica o sessuale le donne con un partner subiscono purtroppo anche violenza psicologica ed economica, cioè comportamenti di umiliazione, svalorizzazione, controllo ed intimidazione, nonché di privazione o limitazione nell’accesso alle proprie disponibilità economiche o della famiglia.

Negli ultimi anni circa il 26,4% le donne che hanno subito volenza psicologica od economica dal partner attuale e il 46,1%  da parte di un ex partner.

Dobbiamo considerare che sono statistiche che, sicuramente, si sono aggravate con la pandemia da Covid-19, e che nei prossimi studi statistici saranno ritoccate con numeri più alti.

Il Reddito di Libertà

Il Reddito di libertà per le donne vittime di violenza è contenuto nel Dpcm del 17 dicembre 2020, pubblicato nella G.U. del 20 luglio 2021.

Questo Reddito è stato inizialmente istituito dall’articolo 105-bis del decreto Rilancio 34/2020 con l’obiettivo di contenere i gravi effetti economici derivanti dalla pandemia.

La pandemia ha effetti gravi in particolare sulle donne in condizione di maggiore vulnerabilità perché vittime di violenza, una violenza da cui l’indipendenza economica, percorsi di autonomia e di emancipazione possono sottrarle.

A chi è riservato?

Il Reddito di libertà è riconosciuto su istanza alle donne che

  • hanno subito violenza
  • e si trovino in condizioni di particolare vulnerabilità o in condizione di povertà

L’obiettivo è favorirne l’indipendenza economica, la cui condizione di bisogno straordinaria o urgente è dichiarata dal servizio sociale professionale di riferimento territoriale nella stessa dichiarazione.

Possono accedere al reddito di libertà le donne, con o senza figli minori:

  • vittime di violenza certificata dai servizi sociali del Comune di residenza o dai servizi sociali del Comune di nuovo domicilio
  • che sono seguite dai Centri antiviolenza
  • o che siano o siano state ospiti
    • sia in una casa di accoglienza
    •  sia in una struttura similare ad una casa di accoglienza, cui non sono potute accedere per mancanza di posti disponibili.

A quanto ammonta il beneficio?

Il contributo è stabilito nella misura massima di 400 euro pro capite su base mensile per un massimo di dodici mensilità.

Non esiste un vincolo specifico di spesa, in base alle finalità per cui l’assegno è erogato. Ma sarà la donna beneficiaria a decidere come ripartirlo, tra le spese per la casa, per sé stessa e per l’istruzione e l’educazione dei figli.

Il Fondo complessivamente stanziato dal Governo per il reddito di libertà ammonta a 3 milioni di euro, che saranno ripartiti tra le Regioni e le Province autonome in base alle fasce di popolazione femminile residente e di età compresa tra i 18 e i 67 anni (calcolata secondo i dati Istat).

Come presentare domanda? zone-rosse-arancioni-gialle-dpcm-3-novembre

La domanda è presentata all’Inps sulla base del modello predisposto di un’autocertificazione dell’interessata, allegando:

  • la dichiarazione firmata dal rappresentante legale del Centro antiviolenza che ha preso in carico la stessa, che ne attesti il percorso di emancipazione ed autonomia intrapreso
  • e la dichiarazione del servizio sociale professionale di riferimento, che ne attesti lo stato di bisogno legato alla situazione straordinaria o urgente.

N.B: Per l’avvio definitivo della misura resta fermo il fatto che si attendono le istruzioni INPS circa la trasmissione delle domande e le modalità di pagamento.

Tuttavia si sa già che non saranno prese in carico dall’Inps le istanze di richiesta del Reddito di libertà non conformi ai criteri indicati nel decreto e nelle prossime Circolari esplicative.

L’Inps può infine procedere eventualmente alla revoca del contributo erogato, qualora dovessero intervenire motivi ostativi al mantenimento dello stesso.

Il testo completo del Decreto

Infine, per tutte le altre informazioni, potete consultare a questo link il testo completo del Decreto.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it