Il disegno di legge sul contrasto alla povertà al traguardo. Via libera definitivo del Senato al disegno di legge dell’Aula del Senato sull’articolo unico del disegno di legge 2494, delega per il contrasto della povertà che introduce il reddito di inclusione.
L’Aula di Palazzo Madama ha approvato il ddl – che aveva ottenuto il disco verde della Camera a luglio scorso – con 138 sì, 71 no e 21 astenuti. Con il “sì” finale del Parlamento il testo diventa legge: la palla passa di nuovo al governo, con il ministro Giuliano Poletti che ha promesso tempi rapidi per l’unico decreto di attuazione necessario.
Il reddito di inclusione consisterà in una misura unica a livello nazionale, di carattere universale, subordinata alla prova dei mezzi e all’adesione a un progetto personalizzato di inclusione, articolata in un beneficio economico e in una componente di servizi alla persona. Per beneficiare della misura sarà previsto un requisito di durata minima di residenza nel territorio nazionale. E’ previsto un graduale incremento del beneficio e dell’estensione dei beneficiari, da individuare prioritariamente tra i nuclei familiari con figli minori o con disabilità grave, donne in stato di gravidanza, disoccupati di età superiore a 55 anni.
Lo strumento avrà una durata limitata nel tempo ma potrà essere rinnovato, subordinatamente alla verifica del persistere dei requisiti, ai fini del completamento o della ridefinizione del percorso previsto dal progetto personalizzato. Saranno previste cause di sospensione e decadenza (es. mancato rispetto del progetto personalizzato, percezione di redditi oltre ad un determinata soglia). La delega provvede anche al riordino di alcune prestazioni assistenziali che saranno assorbite nel reddito inclusione. A finire nel perimetro del riordino saranno in particolare l’attuale SIA, di cui il reddito di inclusione ne costituisce la sua naturale evoluzione, la Carta Acquisti ordinaria e probabilmente l’Asdi. Con riferimento alla Carta acquisti la delega precisa, comunque, che il completo assorbimento avverrà solo nel momento in cui tale misura copra le fasce di popolazione interessate. Non ci saranno interventi di revisione sulle pensioni ai superstiti, sui sostegni contro la disabilità o l’invalidità civile o altre prestazioni assistenziali rivolte alla popolazione anziana (es. assegno sociale e maggiorazioni sociali) eventualità che lo scorso anno aveva suscitato molte preoccupazioni.
Nella Delega c’è spazio anche per il rafforzamento del coordinamento degli interventi in materia di servizi sociali, al fine di garantire su tutto il territorio nazionale i livelli essenziali delle prestazioni. In particolare ci sarà un organismo nazionale di coordinamento del sistema degli interventi e dei servizi sociali, presieduto dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al fine di favorire una maggiore omogeneità territoriale nell’erogazione delle prestazioni e di definire linee guida per le singole tipologie di intervento. L’organismo si dovrà consultare periodicamente le parti sociali e gli organismi rappresentativi degli enti del Terzo settore al fine di valutare l’attuazione delle disposizioni della Delega e potrà costituire gruppi di lavoro, con la partecipazione dei predetti soggetti, finalizzati alla predisposizione di analisi e di proposte in materia di contrasto della povertà.