Reddito di Cittadinanza, conviene licenziarsi? L’analisi dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio durante l’audizione al Senato.
Ci sono 400 mila persone occupate che guadagnano meno di 780 euro al mese e che se si licenziassero avrebbero i requisiti per ottenere il reddito di cittadinanza. “Se lo facessero la spesa crescerebbe di 2 miliardi a regime”. Lo dice il presidente dell’Upb Giuseppe Pisauro nel corso dell’audizione in Senato sul reddito di cittadinanza.
Pisauro spiega che la sua è una ipotesi di scuola, “estrema”, fatta “per dare l’idea di che tipo di fenomeno potenziale abbiamo di fronte”, sottolinea.
UPB: DISINCENTIVA LAVORO, AL SUD CONVIENE PRENDERE SUSSIDIO
“Per come è congegnato il reddito di cittadinanza è connotato dalla debolezza degli incentivi a partecipare spontaneamente all’attività lavorativa”. Lo dice il presidente dell’Upb Giuseppe Pisauro nel corso dell’audizione in Senato sul reddito di cittadinanza.
“Questo disincentivo è aggravato dal fatto che il reddito potrebbe spiazzare segmenti del mercato del lavoro – soprattutto al Sud – caratterizzati da retribuzioni particolarmente modeste eventualmente dovute a rapporti part-time o di collaborazione, per i quali l’attività lavorativa non risulterebbe economicamente conveniente”.
UPB: FAMIGLIE NUMEROSE POVERE MENO TUTELATE
L’Ufficio parlamentare di Bilancio rileva che “rispetto all’incidenza della povertà assoluta, sono maggiormente tutelati i nuclei familiari meno numerosi”. Lo dice il presidente Upb Giuseppe Pisauro nel corso dell’audizione in Senato sul reddito di cittadinanza.
Ricordiamo che il provvedimento prevede, con lo stanziamento di oltre 6 miliardi per il 2019 (più uno da investire nei centri per l’impiego), l’erogazione di 500 euro mensili per una persona single e senza altre entrate da lavoro. A questa cifra si potranno aggiungere 280 euro in caso di pagamento di affitto e 150 per chi ha invece un mutuo. Escluso chi è proprietario di due case. Può accedere alla misura chi ha un Isee annuale inferiore ai 9.360 euro.
Quindi l’importo massimo è di 780 euro, se vengono soddisfatti tutti i requisiti sopra citati. Una somma integrativa sarà riconosciuta solo alle famiglie che hanno al loro interno una persona diversamente abile.