La Manovra 2023 introdurrà il Reddito alimentare, un nuovo sostegno per i cittadini: ecco di cosa si tratta e a chi spetterà.
Reddito alimentare: in attesa dell’approvazione della Legge di Bilancio 2023, tra gli emendamenti spicca il Reddito alimentare, una nuova misura a sostegno dei cittadini che vivono in situazioni di povertà assoluta.
L’emendamento è stato promosso dal dem Marco Furfaro, con l’obiettivo di destinare delle risorse per
“combattere la povertà alimentare e riuscire ad evitare di buttare 230mila tonnellate di cibo invenduto della grande distribuzione: aiuteremo 3 milioni di italiani”.
Ecco di cosa si tratta.
Reddito alimentare: ecco cos’è
Per avere notizie certe, occorrerà aspettare un decreto del Ministero del Lavoro, che arriverà entro i prossimi 60 giorni, nel quale saranno definiti la platea dei beneficiari e gli enti del terzo settore coinvolti nella sperimentazione.
Per quello che sappiamo, il Reddito alimentare è una misura pensata come sostegno per i cittadini che vertono in condizioni di povertà assoluta e per evitare lo spreco alimentare.
Ad oggi, sappiamo che la misura interesserà solamente le città metropolitane. Nell’emendamento, viene descritta la misura a grandi linee: il reddito alimentare dovrebbe consistere nella distribuzione di pacchi di cibo e bevande, recuperati dalla merce invenduta dei magazzini alimentari.
I pacchi potranno essere prenotati tramite un’app e ritirati negli appositi centri di distribuzione. Ma potrebbe esserci la possibilità della consegna a domicilio per i cittadini anziani o quelli non autosufficienti.
I criteri per rientrare nella platea dei beneficiari sono ancora da chiarire. Ma sappiamo che la misura riguarderà gli italiani che vivono in condizioni di povertà assoluta che, secondo i dati, si attestano a circa 5,6 milioni.
Per finanziare la misura, il Governo metterà a disposizione 1,5 milioni di euro nel 2023 e 2 milioni nel 2024.
Come sottolineato da Furfaro:
“Adesso 600 mila bambini, 337 mila anziani e in totale 3 milioni di italiani si avvalgono, quando va bene, delle mense o dei pacchi alimentari, perché non possono permettersi di fare la spesa. Adesso il cibo invenduto sarà dato a chi ne ha bisogno”.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it