Si va verso l’addio a un termine poco bello come “razza” nei documenti della Pubblica Amministrazione: la novità arriva con un emendamento al decreto sulla PA.
Attraverso l’emendamento del DEM Arturo Scotto, che dovrebbe passare con l’approvazione del Centro-Destra, si dirà addio a un termine decisamente obsoleto nonché fastidioso come quello di “razza“.
Che, per quanto possa apparire strano, è ancora piuttosto frequente negli atti della PA.
Come indicato dalla Treccani:
“Tale suddivisione della specie umana ha costituito il preteso fondamento scientifico per una concezione delle r. umane come gruppi intrinsecamente differenti e da porre in rapporto gerarchico l’uno rispetto all’altro; in partic., con riferimento ai principî e alla prassi del nazifascismo, e più in generale di ogni forma di razzismo: le r. inferiori, superiori; la difesa della r. (ariana, bianca); discriminazioni di razza. Oggi il concetto di razza umana è considerato destituito di validità scientifica, dacché l’antropologia fisica e l’evoluzionismo hanno dimostrato che non esistono gruppi razziali fissi o discontinui.”
Anche per questo motivo si vuole “ripulire” i documenti della PA da questo termine.
Via la parola “razza” dai documenti della Pubblica Amministrazione
Dell’emendamento si è parlato in una riunione di Governo dedicata al decreto, e sarà oggetto dell’ulteriore incontro di questi giorni tra esecutivo e opposizioni sugli emendamenti al decreto.
In Commissioni congiunte, Lavoro e Affari costituzionali, l’emendamento è stato dichiarato ammissibile, e il Governo a quanto si apprende da fonti parlamentari sarebbe orientato a rimettersi al parere delle stesse commissioni.
“A decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto – afferma l’emendamento di Scotto -, negli atti e nei documenti delle pubbliche amministrazioni il termine: “razza” è sostituito dal seguente: “nazionalità“.
Si tratta anche di una decisione che segue una grossa polemica che era divampata nelle scorse settimane dopo le parole del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che aveva parlato in un’occasione di “sostituzione etnica“.
Il Ministro poi aveva corretto comunque il tiro, dichiarando: “Credo che sia evidente a tutti che non esiste una razza italiana. È un falso problema immaginare un concetto di questa natura. Esiste però una cultura, un’etnia italiana“.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
sono curioso di vedere il provvedimento, se lo scriveranno con i piedi come al solito (e come è scritto sopra) mi ritroverò all’anagrafe canina un cane di nazionalità border collie…